«In Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche e in Umbria non abbiamo nulla da invidiare al Portogallo». L’appello di Guido Castelli è destinato ai pensionati di tutto il mondo, compresi gli immigrati italiani all’estero che hanno voglia di ritornare a casa: dopo le regioni del Sud anche i 138 comuni del Cratere sismico possono concedere agli ex lavoratori che si trasferiranno in questi borghi una tassazione molto allettante. Cioè un’aliquota del 7 per cento sui redditi esteri per 9 anni. E per favorire il processo di ripopolamento, il commissario alla ricostruzione del Cratere sta studiando un’altra mossa: «Con i sindaci abbiamo avviato un censimento degli appartamenti, dei casali o di interi borghi liberi. Vogliamo creare un portale per metterli sul mercato, affittarli o venderli, e garantire un’abitazione a chi si trasferisce da noi».
Molti borghi del Cratere sembrano già città fantasma.
«Noi abbiamo pagato un doppio spopolamento: quello che ha riguardato un po’ tutte le zone interne del Paese e quello legato al terremoto. Prima del sisma qui vivevano 630mila persone, ora siamo scesi a 579mila. Però c’è stato un recupero dopo l’abbandono devastante post sisma: nell’ultimo biennio l’accelerazione alla ricostruzione delle case ha fatto segnare un piccolo ma importante ritorno dei residenti».
Appunto, servirebbe accelerare la ricostruzione dei territori.
«Nell’ultimo biennio abbiamo liquidato alle imprese la metà di quanto finora erogato per la ricostruzione: 2 miliardi su 4,4 miliardi totali. C’è molto da fare, certo, però su 50mila domande potenziali di contributi ne sono state presentate 36mila: in 11mila casi i lavori sono terminati, in altri 10 sono in corso. E nei Comuni più fragili dal punto di vista idrogeologico, stiamo rafforzando le fondamenta su cui poggiano le case».
Ma perché un pensionato dovrebbe trasferirsi qui?
«Perché c’è un clima straordinario, la sicurezza è alta, la sanità è nella media, la vita costa meno che in altri posti del Paese. E in un’ora di macchina si passa dalla montagna al mare. Più in generale, dobbiamo lavorare per rendere più attrattivo il territorio: per chi vuole venire come per chi resta».
A parole sembra facile.
«Penso all’esperienza di Daniele Kihlgren nel Gran Sasso, a Santo Stefano di Sessanio dove è stato girato «Lady Hawke»: ha recuperato un borgo medievale, gli ha dato nuove funzioni ed è diventato un modello di accoglienza in tutto il mondo».
Sì, però si fa presto a dire «Saremo il nuovo Portogallo».
«Intanto attiveremo una campagna per far conoscere al mondo questa misura. Ho già preso i primi contatti con la Niaf, l’associazione degli italo americani, e sono rimasti entusiasti di quest’opportunità che non conoscevano. Vorremo coinvolgere anche la Farnesina per attivare i Comites (gli organismi che rappresentano le comunità italiane all’estero, ndr) o gli aggregratori delle case vacanze, spesso utilizzati come prima residenza da chi decide di trasferirsi in Italia».
È un’operazione economica?
«Quando pensiamo ai pensionati, non parliamo soltanto di persone che possono restituire alle comunità saggezza ed esperienze. E le nostre comunità ne hanno bisogno. Hanno capacità reddituali importanti, nessuno lo nega. Ma quest’operazione non ha solo una valenza economica: è utile anche perché si creino le condizioni affinché i giovani non vadano via oppure tornino».
Ci spieghi meglio.
«Per esempio, crisi climatica e crisi demografica sono correlate. Perché solo presidiando le aree intere potremmo arginare il fenomeno di abbandono di suolo. Nelle aree del Cratere soltanto il 5 per cento degli spazi è urbanizzato, mentre a seguito delle emigrazioni è cresciuti la superficie boscosa non curata e i campi agricoli diventano più aridi e impermeabili all’acqua. Di conseguenza, quando arrivano le piogge torrenziali i terreni sono più fragili e si verificano frane e smottamenti».
E per attrarre giovani e imprese che cosa state facendo?
«Sono state messe in campo una serie di misure in questa direzione. Sono stati estesi in larghissima parte anche all’area del Cratere gli sgravi destinate alle Zes o legati a un provvedimento come «Resto al Sud». Sono già in campo 500 milioni alle imprese, che hanno attivato 1.377 progetti presentati da grande aziende, realtà più piccole, startup e mondo della cooperazione. Ci sono fondi per l’autoimprenditorialità e per la formazione. Proprio per le startup abbiamo messo in rete tutti gli incubatori territoriali. Nasceranno 22 comunità energetiche. Stiamo lavorando per creare le condizioni ideali per vivere da queste parti. Per tutti, indipendentemente dall’età».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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