Un’app per «geolocalizzare i tassisti» e «incrociare meglio domanda e offerta» a Roma, «riducendo il numero di ‘furbetti’». Così da rispondere «con più efficacia ai flussi turistici, soprattutto per il Giubileo», senza file troppo lunghe o sistemi di prenotazione in tilt. È la proposta dell’ingegnere e docente di Telecomunicazioni di Roma Tre, Alessandro Neri.
Professore nelle grandi città italiane, a partire da Roma, ci sono pochi taxi e Ncc. Il bando per aumentarli rischia di essere insufficiente. Cosa si può fare per incrociare meglio domanda e offerta?
«Oltre ad aumentare ancora le auto in strada, sicuramente devono essere fatti un monitoraggio e una pianificazione di medio periodo. In questo modo si può vedere dove la domanda di vetture è più alta e dove scarseggiano. Poi possono essere usate varie tecnologie».
Ad esempio?
«La geolocalizzazione dei taxi. Gli strumenti ci sono. Lo dimostrano le app che si usano per prenotarli, dove si può vedere istante per istante dove si trova l’auto, anche perché il ricevitore satellitare lo hanno tutte le auto bianche. Ma questi dati, in mano alle centrali operative di chi gestisce le flotte, non arrivano in maniera organizzata al Comune di Roma. Gestendoli si potrebbe rendere il servizio più efficiente e anche provare a ridurre i cosiddetti ‘furbetti’: quei tassisti di cui magari si perdono le tracce o che fanno percorsi troppo lunghi».
Come farlo tecnicamente?
«Ci sono due strade. La prima è uniformare i sistemi di geolocalizzazione già presenti sui taxi, facendoli parlare tra loro. Ma al momento ci sono sistemi con diverse caratteristiche, che andrebbero aggiornati o cambiati. Il secondo metodo è più facile: far scaricare a ogni tassista un’app che manda i dati alla centrale operativa di riferimento, che a sua volta li manda in modo aggregato al Comune. Così il Campidoglio potrebbe dare indicazioni precise ai gestori delle flotte».
Non ci sono rischi sotto il profilo della privacy?
«No, perché non deve essere un’analisi al centimetro, che sarebbe inutile: il Comune non può far spostare i singoli taxi in tempo reale. I dati verrebbero elaborati in macro-pacchetti anonimi, con informazioni utili soprattutto per rispondere ai picchi di domanda: ora i flussi turistici estivi e il Giubileo nel 2025, con i suoi 30 milioni di pellegrini previsti. Sarebbe un sistema automatizzato con la presenza dell’intelligenza artificiale per identificare situazioni anomale».
I tassisti potrebbero opporsi.
«Sbaglierebbero. La tecnologia potrebbe aiutare a rendere il servizio migliore soprattutto quando i taxi sono fermi in attesa di qualcuno. E il costo può essere contenuto».
A quanto ammonterebbe?
«L’app qualche decina di migliaia di euro, i sistemi di elaborazione per le centrali operative qualche centinaia di migliaia. Ma bisogna definire a monte i requisiti: se non sono chiari si rischia di sovra o sottodimensionare il sistema e spendere troppo o troppo poco».
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