16.05.2025
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Politics

Infermieri in pensione a 70 anni, i medici potranno arrivare a 72. Sanità, ecco la norma salva-ospedali


Immaginate di entrare in ospedale perché magari avete prenotato una visita specialistica o un esame. Vi accoglie un infermiere di settant’anni che vi porta dal medico, settantadueenne. Esagerato? No, perché in parte, per il personale medico, queste regole valgono già, ma soprattutto perché in uno degli emendamenti di maggioranza al decreto sulle liste di attesa c’è proprio questa innovazione. Ampliare fino a 72 anni la possibilità di andare in pensione per i medici, allargare a tutto il personale, infermieri compresi, la scelta di restare in servizio fino a 70. Tutto dovrà avvenire su base volontaria e con il consenso della direzione dell’azienda sanitaria.

SCENARI

Di medici che restano in corsia pur avendo raggiunto l’età della pensione se ne è parlato molto quando c’è stata l’emergenza della pandemia; ora si va a una sorta di stabilizzazione di questa procedura, stando all’emendamento all’esame dalla commissione Sanità del Senato. Domani riprenderà la discussione, dopo la tensione dei giorni scorsi con la Regione che contestano l’articolo 2 del decreto, quello che prevede il controllo centrale del Ministero della Salute sui risultati ottenuti dalle Asl nella riduzione delle liste di attesa. Quest’ultima era una innovazione voluta, insieme a un’altra serie di provvedimenti, dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma visto che stiamo parlando di un decreto bisogna fare presto perché se non sarà convertito in legge entro il 6 agosto (dunque per allora deve avere completato il percorso parlamentare) andrà a decadere. Tra le varie misure, c’è ad esempio l’apertura più a lungo di laboratori e ambulatori negli ospedali, sfruttando anche le ore serali e dei fine settimana. Ma per assicurare un servizio prolungato, serve il personale. Non solo i medici, ma anche gli infermieri. Ricordiamo che in Italia c’è una carenza strutturale, la Corte dei conti quantifica in 65mila unità, un numero enorme che rischia di peggiorare a causa della partecipazione ridotta ai corsi di laurea di infermieristica e del fenomeno parallelo di chi preferisce andare a lavorare nel Nord Europa e ottenere stipendi migliori. Infine, ci sono difficoltà per l’Italia nel reperire personale all’estero (il ministro Orazio Schillaci aveva lavorato a un accordo con l’India per ingaggiare infermieri nel colosso asiatico, ma ancora si stanno svolgendo degli approfondimenti su questo progetto).

Queste sono le premesse che hanno portato alla presentazione di un emendamento di maggioranza che prevede di alzare il tetto dell’età pensionabile fino a 70 anni per tutto il personale sanitario, non solo per i medici. Ovviamente si tratta di una misura su base volontaria. Ma il semplice fatto che s’ipotizzi questo scenario, dimostra quanto sia grave la situazione. Spiega il senatore relatore del decreto, Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia: «Faremo delle valutazioni proprio in queste ore, probabilmente con dei correttivi». Una delle modifiche che potrebbero essere apportate riguarda più direttamente il personale medico: chi decide di restare fino a 72 anni non potrà comunque ricoprire ruolo apicali. Sul fronte che riguarda gli infermieri c’è molta perplessità da parte della minoranza.

I NODI

Secondo Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo Pd al Senato ed ex ministro della Salute, rischia di essere un’arma spuntata: «Il problema principale è che manca un piano efficace per attrarre e sostenere il personale sanitario. I dati ci dicono che quotidianamente assistiamo a una fuga verso il privato e verso l’estero a causa dei bassi salari e per il peggioramento della qualità delle condizioni lavorative».

Da Fnopi, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, avvertono: «È un’opzione che sarà sicuramente molto poco praticata dagli infermieri, perché formalmente il lavoro non rientra ancora nella lista dei lavori usuranti, come tra l’altro abbiamo chiesto in più di un’occasione, però di fatto è un lavoro usurante: questo impedisce anche volendo alla maggior parte dei professionisti immaginare uno scenario di quel tipo».

RICETTE

Giovanni Migliore, presidente di Fiaso (la federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere), ha una sua idea: «Ad oggi se vogliamo risolvere il problema cronico della carenza degli infermieri non basta l’idea di chiedere agli anziani di lavorare più a lungo, tenendo anche conto dell’alta percentuale di chi ha oggi ha limitazioni per ragioni di salute. C’è un’unica soluzione tampone, ma ad applicare in fretta: attingere da paesi vicini dove c’è un’offerta di professionisti importante dal punto di vista numerico, penso soprattutto all’Albania».
 

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