15.05.2025
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Economy

«Una multinazionale è interessata all’ex Ilva. Bando di vendita in arrivo»


Una quarto gruppo multinazionale che viene da un Paese del G7 è interessato all’Ilva. E’ il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Forum in Masseria, organizzato da Bruno Vespa, a fare l’annuncio. Il nome non lo dice. Spiega solo che alle due imprese indiane (Vulcan Green e Steel Mont) e agli ucraini di Metinvest, «si aggiunge un gruppo che ha chiesto di visitare gli impianti» del più importante polo siderurgico italiano. «Questo vuol dire — ha aggiunto — che i maggiori player hanno capito che il polo siderurgico dell’ex Ilva può risorgere, ovviamente con tecnologia green». In corsa ci sarebbero un colosso americano e uno giapponese in vista del bando di gara che, nelle intenzioni del titolare del Mimit, dovrebbe vedere la luce alla fine di luglio, comunque prima della pausa di Ferragosto.

LA PROCEDURA
Nel dettaglio, sono i commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli a lavorano al bando per la cessione dell’acciaieria. Dovrebbe, come detto, essere pubblicato entro questo mese mentre ci vorranno sei-sette mesi per chiudere la procedura di vendita, analoga a quella seguita nel 2016-2017 con l’assegnazione ad ArcelorMittal. Ovviamente ci sarà poi la due diligence da parte dei potenziali compratori, con la messa a punto del piano industriale e dell’offerta finale. Dopo i sopralluoghi di Vulcan Green, Steel Mont e di Metinvest, toccherà quindi al nuovo pretendente. Sullo sfondo resta anche l’ipotesi di una scesa in campo del gruppo Arvedi,

Urso ha spiegato che ci sarà un incontro al ministero del Lavoro e poi uno a Palazzo Chigi, prima della pausa ferragostana, per «confrontarsi con i sindacati sull’utilizzo temporaneo della cassa integrazione ai fini di rendere sostenibile l’attività produttiva» e per un aggiornamento della situazione». Non solo. «Credo — ha voluto ricordare il ministro — che possa confortare tutti che ormai l’altoforno 4 abbia riacquisito le sue capacità produttive e che l’altro altoforno sarà possibile riattivarlo in ottobre. È ovvio che questo garantisce anche sul rientro o sulla riduzione poi successione della cassa integrazione».

Nel frattempo, ha continuato, « penso che sia giusto – ed è questa la nostra intenzione – convocare il tavolo a Palazzo Chigi per rendere conto di questo percorso, del prestito ponte che abbiano chiesto fosse autorizzato dalla Commissione europea e delle procedure che ci apprestiamo a realizzare per assegnare gli impianti ai player che ne faranno richiesta». I sindacati sono perplessi sui tempi della vendita. Per Rocco Palombella della Uil non sarà facile trovare un compratore e va affrontato subito il nodo della cassa integrazione.

TRANSIZIONE
Pronto ala varo invece il piano Transizione 5.0 che questa settimana sarà inviato per l’ultimo passaggio alla corte dei conti. Si tratta della piattaforma per gli incentivi alle aziende. Prima della pausa ferragostana sarà pienamente utilizzabile dalle imprese tra l’altro con valore retroattivo al 1 gennaio 2024.

«E’ un piano all’avanguardia in Europa — ha ricordato Urso — ed è il primo che tiene assieme la transizione digitale con la transizione ecologica, è il primo ed unico che mette assieme le due transizioni e che spinge le imprese a innovarsi sia nella digitalizzazione che nell’efficientamento energetico attraverso la tecnologia green». Un piano da 13 miliardi di euro per il 2024-2025, che, sempre secondo il ministro, darà un impulso straordinario al sistema produttivo e alla filiera industriale.

Novità anche sul fronte internazionale. Con la Cina, rimarca Uso «dobbiamo passare da una significativa, e mi auguro crescente, partnership commerciale sulla farmaceutica, sull’alta gamma e i prodotti di lusso italiani che in Cina possono avere ancora maggior spazio e anche sul vino italiano, a una partnership industriale su alcuni settori specifici come la tecnologia green su cui loro hanno indubbiamente una tecnologia competitiva. Pensiamo alle turbine eoliche e agli impianti fotovoltaici».

L’esponente del governo ritiene che l’Italia possa diventare un paese prioritario per la tecnologia green nel Continente.

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