Non sarà il momento della verità, quello arriverà a ridosso del voto dell’Europarlamento fissato per il 18 luglio. Ma già tra domani e giovedì – ora che il quadro francese è definito — Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, a margine del vertice Nato in programma a Washington, si incontreranno faccia a faccia per entrare nel vivo della trattativa. In gioco: i 24 voti di Fratelli d’Italia, molto utili (se non indispensabili) a Ursula per riuscire a disinnescare i franchi tiratori (si vota a scrutinio segreto) e restare un altro mandato alla presidenza della Commissione europea. Per adesso, proprio in attesa del summit americano, la premier italiana non ha ancora preso una decisione. «Al momento l’opzione più probabile è l’astensione», spiega l’esponente di FdI Giovanni Donzelli, «ma tutto dipenderà dal pacchetto che prenderemo, se ci sarà una vicepresidenza…».
Per “pacchetto” il braccio destro di Meloni intende il portafogli che riuscirà a incassare l’Italia. Tra i desiderata della premier ci sono le deleghe al Pnrr, al Bilancio e anche la concorrenza che, però, sarebbe stata promessa a Thierry Breton. C’è, soprattutto, una vicepresidenza esecutiva che, come ha fatto capire Raffaele Fitto alla masseria di Bruno Vespa, nello schema di gioco della premier deve prescindere dal sostegno formale o meno di FdI a Ursula: «L’Italia è un Paese fondatore e ha un peso strategico che va oltre e non è collegato alla semplice questione del voto alla Commissione», ha messo a verbale il candidato in pectore per il ruolo di commissario, «quello che si otterrà sarà per l’Italia, non per logica politica. E ci sono tutte le condizioni affinché possa giocare bene la partita e portare a casa un risultato utile per il Paese, sganciato da dinamiche politiche».
LA STRATEGIA
Il doppio riferimento del probabile commissario europeo alla “logica” e alle “dinamiche” politiche svela la strategia. Meloni non intende, al momento, passare formalmente dall’astensione (data all’ultimo Consiglio europeo) al “sì” a von der Leyen. I voti a sostegno di Ursula potrebbero arrivare nel segreto dell’urna. Una cautela necessaria vista l’ostilità della maggioranza (Popolari, socialisti, liberali) verso FdI e soprattutto considerato il gran fermento nell’ultra destra. La nascita del “Patrioti d’Europa”, il gruppone filo russo cui nelle prossime ore dovrebbe aderire Marine Le Pen (uscita ridimensionata dal voto francese) e che già ha visto l’ingresso di Matteo Salvini e perfino “dell’amico” di Vox Santiago Abascal, mette Meloni in una situazione complessa. La premier rischia di finire sotto un fastidioso fuoco incrociato. Da qui la doppia necessità: un sostegno low profile a Ursula e battaglie nel corso della legislatura europea assieme ai “Patrioti”. Non a caso Donzelli porta l’esempio del governo di Mario Draghi: «Saremo coerenti come allora. Voteremo ciò che sarà nell’interesse del Paese. E con Draghi eravamo all’opposizione…». Insomma, l’epilogo più probabile è che Meloni faccia passare von der Leyen per incassare una delega pesante arricchita da una vicepresidenza, ma che poi FdI conduca molte battaglie nell’Europarlamento assieme ai “Patrioti” di Orban, Le Pen & C.
In ogni caso Fitto, al “Forum in masseria” di Manduria, ha fissato alcuni paletti: «Non c’è ancora un orientamento. Si tratta di capire l’evoluzione che ci porterà il 18 luglio e di ascoltare quello che dirà von der Leyen». Ancora più chiaro: «Non è che noi votiamo sulla base di simpatia o antipatia. Si tratta di ascoltare il confronto che ci sarà e nella presentazione del programma dei prossimi 5 anni. Sulla base di quello decideremo». Parole che suonano come un avvertimento: Ursula stia attenta a non sposare le tesi dei Verdi, a non rilanciare sul green deal, altrimenti non ci sarà alcun atteggiamento benevolo di FdI.
Il ministro al Pnrr e agli Affari Ue parla anche del suo possibile incarico a Bruxelles. «Se sarò un commissario di peso? Sono a dieta, sto cercando di mettermi in forma in generale non per questo appuntamento. Poi saranno il presidente del Consiglio e il governo a fare la valutazione al momento opportuno».
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