Murat Yakın sorride, bacia e abbraccia Sommer prima dei calci di rigore. Si mette nelle sue mani, e non basta: in semifinale ci va l’Inghilterra. Questa squadra bruttina, che non piace nemmeno agli inglesi, ma che non si ferma e ora sogna. Non piace troppo, stavolta, nemmeno la Svizzera, che l’Italia — soprattutto per suoi demeriti — una settimana fa aveva fatto diventare il Brasile del ‘70. Tra i miglioi in campo c’è un italiano, ma fa l’arbitro e si chiama Daniele Orsato: una direzione di gara all’altezza, portata avanti sempre con quel piglio muscolare, che da sempre è il suo modo per imporsi. Tutto fila liscio: nessun episodio controverso, cartellini distribuiti con buon senso. Orsato, anche in rapporto al suo collega Taylor la sera prima durante Spagna-Germania, fa un figurone all’Arena di Dusseldorf.
Inghilterra-Svizzera 1-1: ai rigori vincono gli inglesi e volano in semifinale
I CT IN BILICO
Vince l’Inghilterra perché più precisa dal dischetto e forse perché Sommer dagli undici metri è capace di ipnotizzare solo Jorginho; sbaglia subito Akanji (primo nella storia degli Europei e Mondiali a fallire in due serie consecutive, aveva steccato anche contro la Spagna, ai quarti di tre anni fa), mentre gli inglesi sono infallibili (come la Francia la sera prima), cinque su cinque, da Palmer ad Alexander-Arnold, i due che Saoutghate aveva tenuto fuori, ripescati proprio in previsione della serie che, tre anni fa contro l’Italia, in finale a Wembley, era stata fatale per Southgate.
L’OCCASIONE
La Svizzera ci aveva creduto, aveva preso coscienza che questa Inghilterra troppa paura non faceva, ha provato a fare gioco, ma forse non ha avuto troppo coraggio di affondare subito il colpo come aveva fatto a Berlino contro l’Italia. Le due squadre lottano, si inseguono, ma creano poco. Alla fine sono 120 minuti tattici, con gli inglesi che mostrano un maggiore tasso tecnico. La Svizzera non ha avuto il coraggio nemmeno dopo il vantaggio di Embolo, arrivato a quindici minuti dalla fine dei tempi regolamentari: Embolo aveva bruciato Walker e battuto Pickford sotto porta. Quel gol ha scatenato la reazione della Nazionale dei Tre Leoni, che hanno trovato il pari con il suo uomo migliore, Saka, che ha infilato Sommer con un tiro sul palo lungo dalla sinistra dell’area della Svizzera (e non ha fallinto nemmeno nella serie dei rigori). Alla fine, anche se per poco, quella scritta degli svizzeri, «Heidi is better than Sherlock» che ha strappato un sorriso anche agli inglesi, non è stata di buon auspicio. Yakin vivrà di rimpianti e forse lascerà la panchina svizzera, va avanti — con qualche patema — Southgate, sempre sul filo, sempre al centro della critica. Nel suo destino non può che esserci la vittoria finale, visto che per tanti, non sarà bravo, ma almeno è fortunato. Solo un successo finale potrà salvare il suo destino da ct dell’Inghilterra: o vince o va via, specie dopo aver lasciato il titolo, in casa, all’Italia tre anni fa. La sua squadra non brilla, ma avanza e alla fine è sempre lì, con il titolo alla portata. Il principe Wiliam, presente in tribuna a Dusseldorf vicino alla presidente svizzera Viola Amherd, esulta, la squadra in campo sorride per il pericolo scampato. Del resto, anche per Southgate non è facile proporre un calcio propositivo e accattivante senza un grande Kane e un Foden non in forma straordinaria e in più con un Bellingham che si accende a intermittenza, ma che proprio sul filo gli ha regalato la possibilità di giocare il quarto di finale, con quel gol in rovesciata che ha salvato l’Inghilterra dalla figuraccia contro la Slovacchia. Ieri ha provato a cambiare modulo, schierando una difesa a tre, avvicinando Bellingham e Foden a Kane. Certo, la Germania giocava meglio, ma in semifinale l’Inghilterra c’è, i tedeschi no. Southgate, almeno per questo, può essere soddisfatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this