15.05.2025
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Alex Marangon è stato ucciso e gettato in acqua, il pestaggio durato «un minuto». L’autopsia: numerose costole rotte. L’amico: era preoccupato


VIDOR (TREVISO) — In termini tecnici Alex Marangon è morto per «un’asfissia terminale da annegamento in un soggetto che presentava plurime ferite vitali con traumi alla struttura cranica e un emotorace». In parole povere il barista 25enne di Marcon, scomparso durante un raduno sciamanico all’abbazia Santa Bona di Vidor la notte tra il 29 e il 30 giugno e ritrovato cadavere in un isolotto del Piave a Crocetta del Montello nella tarda mattinata del 2 luglio, dopo due giorni e mezzo di ricerche, è stato ammazzato. Non a caso aveva «numerose costole rotte». La Procura ne è convinta. «Quelle ferite sono compatibili soltanto con un’aggressione e poi con una caduta in acqua — ha affermato ieri il procuratore di Treviso, Marco Martani — Non ci troviamo di fronte né a una morte naturale né a una morte accidentale, né tanto meno a un decesso causato dall’uso di sostanze psicotrope. È una svolta agghiacciante nelle indagini e il quadro che si sta delineando è molto più inquietante». Tanto che il sostituto procuratore Giovanni Valmassoi, titolare del fascicolo a carico di ignoti, ha modificato l’iscrizione a registro da morte come conseguenza di altro reato a omicidio volontario.

I TRAUMI

L’anatomopatologo Alberto Furlanetto, incaricato dalla Procura di effettuare l’autopsia sul corpo di Alex Marangon, a cui i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Stefano Tigani e Nicodemo Gentile, hanno affiancato come perito di parte il medico legale Antonello Cirnelli, ha riscontrato sul corpo del barista delle lesioni multiple alla testa (una, la più importante, all’altezza della tempia sinistra che gli ha sfondato il cranio, ndr), ma anche fratture alle costole e lesioni agli arti inferiori, compresa un’emorragia interna polmonare con una perdita di sangue di 700 cc. «Per provocare un versamento così importante di sangue — ha sottolineato Martani — sono necessari alcuni minuti».

Segno che il colpo che l’ha causata è stato inferto quando Alex era in vita (così come gli altri, ndr) e prima che finisse nelle acque del Piave. La diretta conseguenza è, dunque, che il 25enne sia finito in acqua quando era già morto. Secondo il Corriere della Sera si parla di un pestaggio «durato un minuto, a quel rito sciamanico erano in 20».

Alex Marangon «morto per cause violente e non accidentali». Procura indaga per omicidio volontario. La famiglia: «Colpito da più persone»

LE IPOTESI

A far propendere gli inquirenti per l’omicidio è poi proprio quella profonda ferita alla testa. «Quel tipo di trauma così importante, con la frattura del cranio — continua Martani — di solito viene riscontrata negli incidenti stradali. Serve infatti una violenza notevole per provocarla, è non è sufficiente una caduta». Un altro dettaglio: prendendo per buona l’ipotesi che Alex Marangon sia volato dalla piattaforma dell’abbazia Santa Bona di Vidor e che la ferita alla testa se la sia provocata sbattendo contro un masso del fiume, non si spiegherebbero le altre ferite nella parte destra e posteriore del corpo. Alcune, certo, potrebbero essere state provocate dal trascinamento della corrente, ma non di certo tutte. Le ipotesi sono dunque due, ovvero che Alex sia stato aggredito a morte e poi gettato nel fiume o che sia stato picchiato e nella colluttazione sia caduto dalla piattaforma. In ogni caso, per la Procura, si tratta di un omicidio.

LE INDAGINI

Ora c’è da scoprire chi ha colpito con tale violenza il 25enne di Marcon. La lista dei partecipanti al raduno sciamanico organizzato da Tati e Zu, insieme ZuMusic Project, o meglio Andrea Gorgi Zuin e la compagna Tatiana Marchetto, è già in mano agli inqurienti. Sono già stati sentiti nei giorni scorsi, e visti gli sviluppi delle indagini con ogni probabilità verranno convocati ancora. Fondamentale sarà ricostruire, attraverso le loro testimonianze, cosa è accaduto quella sera e capire perché la denuncia di scomparsa è stata fatta solo alle 7 del mattino quando Alex è stato visto allontanarsi dall’abbazia alle 2.30. Alcuni testimoni dicono seguito da due persone, altri che quando si è saputo che il 25enne non si trovava è stata spenta la musica e tutti si sono messi a cercarlo. Nel frattempo i carabinieri, già nella giornata di ieri, hanno effettuato un altro sopralluogo all’abbazia Santa Bona. Ne seguiranno altri.

COSTOLE ROTTE E PREOCCUPAZIONI

Numerose costole rotte sono state trovate sul corpo di  Marangon. Il dettaglio, secondo quanto si apprende, è emerso dall’autopsia. Le fratture sono soprattutto sul lato sinistro del corpo e sono compatibili con dei colpi di bastone o di una pietra di fiume. Al momento però la possibile arma del delitto non è ancora stata ritrovata. Alex aveva già partecipato a due incontri del rituale al centro dell’indagine sulla sua morte ma era preoccupato in vista del terzo, quello dopo il quale è stato trovato morto. E’ quanto avrebbe confidato ad un suo amico, secondo quanto emerge da ambienti ambienti vicini alla famiglia. Marangon avrebbe manifestato «timori e preoccupazioni» in vista dell’appuntamento ma non è chiaro se questa circostanza sia già all’attenzione degli inquirenti che stanno ricostruendo le circostanze della sua morte. Avvenuti per «cause violente e non accidentali» come spiegato dal procuratore di Treviso.

L’INTERROGATORIO

Con l’interrogatorio di cinque partecipanti al raduno new age all’abbazia di Vidor, anche oggi l’attività dei carabinieri non si è fermata per cercare di chiarire come è stato ucciso e chi è — o chi sono — i responsabili della morte di Alex. Uno dei punti centrali dell’indagine è chiarire il «buco» di tre ore, dal momento in cui Alex si è allontanato dai compagni, intorno alle 3 di notte, alla richiesta d’intervento fatta alle 6 ai carabinieri da parte del proprietario dell’area, dopo essere stato avvisato della scomparsa del 25enne. Gli investigatori sentiranno nuovamente nei prossimi giorni altre persone che erano presenti al raduno, una ventina in tutto, mentre è in programma a metà settimana un altro più approfondito sopralluogo a Vidor e sul greto del fiume Piave a Ciano.

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