Contro il caporalato più controlli e ispettori, maggiore coinvolgimento delle aziende nelle attività di formazione e, in prospettiva, una rivisitazione dei decreti flussi per evitare la creazione di nuovi clandestini-schiavi. Lavoratori sfruttati da imprenditori senza scrupoli o dalla criminalità come Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni, che lo scorso 19 giugno a Latina è morto agonizzante dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro in un’azienda agricola a Borgo Santa Maria, nelle campagne della provincia di Latina.
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LA DECISIONE
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, incontrerà la prossima i sindacati per accelerare l’applicazione delle misure contro il caporalato, inserite nell’ultimo decreto agricoltura. Una stretta sempre più necessaria. Non a caso ieri — ospite al “Forum in masseria” a Manduria organizzato da Bruno Vespa e Comin & partners — la titolare del dicastero di via Veneto ha ricordato che durante la ispezione nel settore agricolo scattata mercoledì scorso in tutta Italia, «la percentuale di irregolarità riscontrata è stata di oltre il 60 per cento. E non è soltanto lavoro nero, ma ci sono una serie di irregolarità di varia natura, formali, amministrative, fino a casi di sfruttamento».
La ministra ha anche sottolineato che ci sono moltissime aziende «in Italia che lavorano nella legalità», ma il quadro resta ancora sconfortante. Da qui la necessità di rafforzare la macchina dei controlli. Non a caso nell’operazione scattata mercoledì scorso erano impegnati 1.200 uomini tra gli ispettori di Inps e Inail e quelli delle forze dell’ordine. «Per contrastare l’illegalità nel mondo del lavoro tra il 2024 e il 2025 — ha ricordato Calderone — rafforzeremo la forza ispettiva per circa 1.200 nuovi ispettori». Quindi ha sottolineato che prima con il decreto legge Pnrr bis convertito e poi con il decreto agricoltura «sono state sbloccate le assunzioni del contingente ispettivo di Inps e Inail con altri 500 ispettori». In questa direzione, però, è anche utile dare « alle forze ispettive la possibilità di poter leggere i dati, metterli in relazione e fare una intelligence importante per arrivare a trovare situazioni che parlano di illegalità e sfruttamento».
Sempre tra i nodi da superare, c’è quello delle diverse competenze in materia tra i dicasteri chiamati a occuparsi di tutela nel mondo del lavoro. «Per poter intervenire in un contesto così complicato e reso complesso dalle condizioni territoriali — fa sapere Calderone — l’importante è la sinergia tra soggetti con competenze diverse. Quindi, oltre al ministero del Lavoro, c’è una tematica legata alle competenze anche del ministero dell’Interno e delle Infrastrutture».
In questa direzione sarà decisiva per il coordinamento tra i vari livelli la figura di Maurizio Falco, ex prefetto di Latina appena nominato commissario straordinario in materia di superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Avrà sempre più «poteri speciali per poter intervenire in un’attività di raccordo tra amministrazioni che hanno competenze diverse ma tutte ugualmente necessarie».
Dopo la cabina di regia di giovedì scorso a Palazzo Chigi — dove sono state sbloccate le prime risorse a 37 comuni — Falco dovrà accelerare anche l’avanzamento dei progetti contro il caporalato da parte dalle amministrazioni, da finanziare con i 200 milioni messi a disposizione dal Pnrr. Un dossier dove l’Italia è molto in ritardo, tanto che si sta pensando di chiedere la possibilità di una proroga alla scadenza naturale dell’aprile 2025 per completare i progetti necessari a superare i ghetti.
FORMAZIONE
Intanto, per evitare nuovi casi come quello di Singh — arrivato in Italia con un regolare contratto da bracciante eppoi diventato un irregolare anche per le lungaggini della burocrazia — il ministro Calderone ha confermato che «stiamo lavorando per rivedere il decreto flussi. Abbiamo sempre detto che avremmo rivisto soprattutto le modalità con cui oggi si assegna un permesso di soggiorno. Non sono mai stata favorevole a un click day, perché non qualifica l’offerta di lavoro e porta a una distribuzione non corretta delle possibilità di lavoro affidate ai permessi». In quest’ottica continuerà il coinvolgimento di «associazioni datoriali e parti sociali con i paesi del Sud del Mediterraneo per formare lavoratori e lavoratrici nei paesi d’origine e farli arrivare in Italia attraverso canali regolari con una distribuzione coerente con quelle che sono le risposte delle aziende».
Nella battaglia contro lo sfruttamento e per la sicurezza del lavoro, anche se per ora utilizzata soltanto nel settore dell’edilizia, si registra un nuovo passo avanti nella patente a crediti per le imprese. Mercoledì il governo illustrerà ai sindacati e al mondo delle aziende il decreto attuativo per avviare questo strumento da ottobre. «Accanto al contrasto di chi le norme non le rispetta serve il riconoscimento di molte aziende che lavorano bene e applicano i contratti e hanno una particolare attenzione alle norme di sicurezza del lavoro».
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