15.05.2025
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Sports

«Una resa incondizionata, troppo facile guardare agli errori altrui»


«Ero a Berlino e quindi ho vissuto in presa diretta l’amarezza di una disfatta, di una resa incondizionata che non è stata solo sportiva ma anche morale. Non c’è stata reazione, non c’è stato un lampo, uno sguardo di quelli che nello sport si vedono soprattutto nei momenti difficili. Bisogna tirar fuori la forza morale che la maglia azzurra deve ispirare e che chi la indossa deve poter rappresentare. La partita ormai è chiusa, siamo tornati a casa, ma la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui. Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l’autocritica e da qui ripartire. È troppo facile guardare le responsabilità degli altri». Così il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi intervenuto nel corso di ‘Non Stop News’ su Rtl.

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Abodi durissimo sulla Nazionale

«Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle -aggiunge Abodi -.

I giocatori che vanno in campo lo sanno perfettamente, non posso immaginare che non abbiano avuto la capacità di riavvolgere il nastro, rivedere la partita e capire dove si è sbagliato. Tra l’altro non si tratta di errori singoli e tattici, la nazionale sembrava assente moralmente. Questo deve smuovere riflessioni, così che possa esserci un punto e a capo».

Il futuro

«Bisogna accorciare la distanza dei giovani andando loro incontro e ascoltando le loro esigenze, offrendo delle opportunità. I giovani spesso si lamentano della distanza, noi stiamo moltiplicando le occasioni di dialogo e confronto. Starà anche a noi tramutare questo in misure che siano percepite e accettate». Così il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, nel suo intervento a RTL 102.5, torna sul tema giovani. «Sarà importante l’implementazione della valutazione di impatto generazionale delle norme che approveremo — ha proseguito il ministro -, una valutazione che andrà fatta prima dell’approvazione delle norme per metterci a confronto con i giovani affinché non ci sia questa distanza che si manifesta nel non voto. Elemento che vogliamo contrastare con una maggiore partecipazione, come è stato fatto per gli studenti fuori sede che, per la prima volta nella storia, hanno potuto votare nelle ultime elezioni europee». «Abbiamo aperto hub di orientamento al lavoro, ognuno con una sua specializzazione legata al territorio — ha proseguito il ministro — offrendo l’opportunità di creare un ponte tra i giovani e il lavoro, o spazi civici di comunità per contrastare la dispersione scolastica attraverso la pratica sportiva gratuita. Utilizziamo la carta giovani nazionale, che sta diventando un canale di comunicazione per il lavoro scaricata da tre milioni di persone. O il servizio civile universale che offre il 15% nei concorsi pubblici». Infine un pensiero anche su Caivano e sui progetti futuri: «Ci stiamo concentrando sulla marginalità sociale, intervenendo in anticipo dove il disagio si sta impossessando della comunità prima che arrivi la cronaca a sbatterci in faccia fatti drammatici. Noi abbiamo cercato di passare dallo sdegno all’impegno», conclude.

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