Rassemblement National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen, ha vinto il primo turno delle elezioni parlamentari in Francia per il rinnovo dell’Assembla nazionale. Rn si porta a casa il 33,4% dei voti con 39 deputati eletti al primo turno, tra cui la stessa Le Pen. Al secondo posto troviamao il Nuovo fronte popolare (Nfp), partito socialista democratico, che ha ottenuto il 27,98% dei voti, con 32 eletti al primo turno. Esce sconfitta, invece, la formazione del presidente Macron, composta da Ensemble e il suo alleato Horizons, che si ferma al 20,76%, con soli 2 seggi.
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E mentre ieri i cittadini francesi erano alle urne per esprimere la propria preferenza, il primo ministro Victor Orban, che oggi inizia il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, ha annunciato la creazione di una nuova alleanza di estrema destra al parlamento europeo insieme al Partito della libertà austraico (Fpö) e al partito Ano dell’ex primo ministro ceco Andrej Babiš. La crescente popolarità di partiti nazionalisti in Europa solleva una serie di interrogativi e viene da chiedersi: come cambierà il Vecchio continente con l’imporsi delle destre?
Aspettando il 18 luglio
Una risposta definitiva ce l’avremo sicuramente dopo il 18 luglio, data in cui gli eurodeputati appena eletti alle elezioni europee voteranno la fiducia alle nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea. Prima di quella data però, l’ex ministra tedesca dovrà consolidare la propria maggioranza, scegliendo in tempi rapidi se affidarsi ai conservatori di Ecr o ai Verdi per compensare a quel 10 per cento di possibile di franchi tiratori. Se Ursula von der Leyen decidesse di puntare sui conservatori, la sua agenda politica potrebbe adottare strategie più restrittive sull’immigrazione, riflettendo la crescente virata a destra in Europa.
La presidenza Orban
Preoccupa poi la presidenza Orban: nelle scorse settimane il primo ministro ungherese aveva presentato lo slogan di questo semestre «Make Europe great again», un chiaro riferimento allo slogan nazioonalista usato da Trump nella precedente tornata elettorale. In realtà le priorità della presidenza definite dal ministro ungherese agli Affari europei, János Bóka, sono piuttosto generiche e si concentrano soprattutto sul «rafforzare la competitività» delle aziende europee. Nel programma gli obiettivi per l’allargamento dell’Unione Europea, cioè l’ingresso di nuovi paesi nell’Unione, citano i paesi dei Balcani, ma non l’Ucraina. In ogni caso, l’Ungheria avrà una «limitata possibilità di influenzare l’agenda legislativa», ha spiegato a Reuters Pavel Havlicek, analista del think tank Association for International Affairs.
Le elezioni statunitensi
Altro team: le elezioni statinutensi. Il recente dibattito elettorale messo in onda sulla Cnn tra l’attuale Capo di stato e Trump ha avuto un impatto negativo sulla candidatura di Joe Biden, che è apparso flebile e vulnerabile, aprendo la possibilità ad una sua uscita di scena. E se Trump dovesse fare ritono alla Casa Bianca? Sicuramente molti leader, tra cui Meloni, Le Pen e Obran, condividerebbero con lui visioni simili su temi come l’immigrazione, la sovranità nazionale, il protezionismo economico e un certo scetticismo verso le istituzioni sovranazionali. Questa convergenza di opinioni potrebbe portare a un rafforzamento dei rapporti bilaterali tra gli Stati Uniti e l’Europa, con potenziali benefici per le politiche comuni e le strategie internazionali.
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