La Lega ci riprova. Dopo un primo blitz sotto forma di emendamento al decreto Coesione non andato a segno nelle scorse settimane, il partito di Matteo Salvini prova di nuovo a mettere a segno il colpaccio sui balneari. Obiettivo: assicurare un indennizzo ai titolari uscenti delle concessioni sulle spiagge in scadenza, riconoscendo loro un diritto di prelazione per continuare l’attività a parità di offerta. Oltre a una mappatura delle aree disponibili per lo sviluppo di servizi turistici-ricreativi e sportivi e di quelle in cui invece ci sono servizi in concessione. Di fatto, un assist del Carroccio agli imprenditori del settore balneare. Che infatti hanno subito applaudito alla proposta.
Il cavallo di Troia, stavolta, è il decreto Agricoltura in discussione in commissione Industria al Senato, che dovrebbe approdare in Aula tra mercoledì e giovedì. Mentre il voto sull’emendamento leghista – a prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo – è previsto già domani. Ed ecco che la maggioranza si trova con una nuova matassa da dipanare in 48 ore: che fare?
I RISCHI
Già, perché seppur dentro FdI più d’uno sia d’accordo nella sostanza con l’emendamento leghista e vorrebbe offrire più garanzie ai concessionari uscenti, la questione è complessa. L’Italia è già sotto procedura d’infrazione da parte di Bruxelles per la mancata applicazione della direttiva Bolkestein. Ed è nota la contrarietà del ministro per gli Affari Ue, la Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto rispetto a ipotesi che alimentino ulteriormente il muro contro muro in atto. Non bastassero gli occhi dell’Europa puntati su Roma, poi, lo scorso aprile il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga delle concessioni in essere al 31 dicembre 2024. Insomma: a palazzo Chigi, così come a via della Scrofa, è fin troppo chiaro che sul nodo balneari bisogna muoversi coi piedi di piombo.
Ecco perché il tentato blitz leghista ha fatto suonare più di un campanello d’allarme nelle scorse ore. La trattativa è affidata agli “sherpa” dell’esecutivo Luca Ciriani, ministro dei Rapporti col parlamento, e Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura. E la quadra ancora non sarebbe stata trovata.
L’IPOTESI
Tra le ipotesi, in ogni caso, c’è quella che la Lega venga persuasa a ritirare l’emendamento sulla base di ragioni tecniche. Il dl Agricoltura, infatti, a molti non appare il contenitore più idoneo in cui occuparsi di balneari. Il motivo è semplice: c’è il rischio che, proprio come già avvenuto a fine maggio con il decreto Coesione, il Quirinale possa muovere rilievi al tentativo di trattare materie tanto diverse in un unico decreto. Una questione di metodo, insomma, che però sgombrerebbe il campo della maggioranza dagli ostacoli. Almeno fino al prossimo blitz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this