15.05.2025
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«Reazione a catena? Ormai faccio fatica a guardarlo. Per Sanremo non mi sento ancora all’altezza»


Per raccontare la sua prima stagione a L’Eredità, Marco Liorni prende in prestito un film. Un grande film: Un’ottima annata. «È stato un buon raccolto — racconta al settimanale Oggi — perché il terreno era già favorevole. Certo, all’inizio un po’ di timore reverenziale c’era, pensando ai grandi che l’hanno fatto prima di me». Ma l’esperienza con Reazione a Catena è servita, è stata utile.  Anche se ora «ho grande difficoltà a vederlo. Sono riuscito a seguire una puntata intera solo l’altra notte, perché non riuscivo a dormire, e devo dire che Pino è riuscito a portare il suo stile in un programma che peraltro aveva già fatto».

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La carriera

Quando parla dei suoi predecessori parla sempre di Fabrizio Frizzi ma anche di Carlo Conti. E non dimentica nemmeno Flavio Insinna, che «all’Eredità ha portato le sue capacità affabulatorie». Ora però l’appuntamento con L’Eredità è a novembre. Ora Marco Liorni sta lavorando per un altro progetto. 

Forse in pochi sanno che Marco Liorni ha cominciato con la Radio, con un nome diverso: Marco Donati. Fino a quando Tele Radio Cassia e «mi misi a fare il correttore di bozze per Penthouse, un mensile sul genere di Playboy, che insieme ai servizi fotografici pubblicava articoli e reportage di grandi firme come Vincenzo Cerami». Poi il debutto in video al’emittente romana Gbr, dove poi viene notato, scrive il settimanale Oggi, da Gregorio Paolini che stava cercando volti nuovi per Verissimo, che sarebbe partito di lì a poco su Canale 5.

Il rapporto con la spiritualità

Marco ha un legame fortissimo con la spiritualità. «Sono molto aperto in questo senso, mi fido del mio istinto e dei segni che sento arrivare, dialogo continuamente con persone che non ci sono più, anche della mia famiglia». E poi ammette di avere avuto esperienze paranormali ma «non ne parlo».

Sanremo

Ultima pensiero sul Festival di Sanremo. «Ogni tanto ci penso a condurlo, e naturalmente mi farebbe piacere. Con una consapevolezza, di cui ho parlato tante volte con Amadeus e qualche giorno fa anche con Antonella Clerici: alla fine il cuore di Sanremo è soprattutto la direzione artistica, poi viene il fatto di presentarlo. E io non mi sento ancora all’altezza di essere il direttore artistico di un festival. Ma se mi chiamassero per fare il conduttore, un’idea ben precisa ce l’avrei».

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