15.05.2025
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Politics

cosa succede ora? L’insediamento dell’amministrazione provvisoria e in autunno le Regionali


«Cara Emilia-Romagna, servirti è stato un privilegio e un onore. Ho cercato di fare il meglio possibile. Per te e per la nostra gente ci sono e ci sarò sempre». Così Stefano Bonaccini ha annunciato all’Assemblea legislativa la sua dimessione da presidente della Regione Emilia Romagna.

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Lascerà il suo incarico tra due settimane, in conclusione del G7 Scienza e Innovazione, che si terrà al Tecnopolo di Bologna dal 9 all’11 luglio. Dal covid nel 2020, all’alluvione dell’anno scorso, impegnato nella ricostruzione di un territorio ancora segnato dagli effetti del lontano terremoto del 2012. «Sono stati dieci anni complicati», ha detto Bonaccini ricordando quanto fatto nei due mandati «eppure sono stati dieci anni che vedono questa Regione più forte di prima».

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Le dimissioni

Le dimissioni erano attese dal momento che Bonaccini è stato eletto al Parlamento Europeo con circa 390 mila preferenze al fianco del Partito democratico. Di conseguenza, data l’incompatibilità delle cariche, ha dovuto abbandonare l’idea di candidarsi per un terzo mandato alla guida della Regione, ipotesi inizialmente contemplata. Le dimissioni saranno effettive solo a partire dall’11 di luglio, quando alla Regione subentrerà l’amministrazione provvisoria dell’attuale vicepresidente Irene Priolo. Nel giro di pochi giorni, tra il 16 e il 19 luglio, si terrà la seduta inaugurale del Parlamento Europeo, dove Bonaccini siederà come eurodeputato per i prossimi 5 anni. 

La data delle regionali

Attese, quindi le nuove elezioni regionali. Al momento, la data più probabile per il voto è dunque quella di domenica 27 ottobre 2024. E il centrodestra sa che si giocherà una partita importante: l’Emilia-Romagna non solo è contendibile, ma è anche già di fatto meno rossa.

I possibili candidati del centrosinistra

Intanto si profilano all’orizzonte già alcuni nomi: nel centrosinistra in prima fila sembrano esserci il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessore al lavoro Vincenzo Colla, ma c’è chi non esclude la vicepresidente della Regione Irene Priolo. Bonaccini non fa nomi, ma ammonisce: «Nessun territorio non è contendibile e nessun risultato è scritto fino al momento che voti, io l’unico consiglio che do al mio partito e al centrosinistra è di proseguire a non dividersi, come abbiamo fatto in Regione in questi anni, caso più unico che raro in Italia. Se possibile persino allargare il perimetro della coalizione, secondo me ci sono le condizioni stavolta per farlo». Il riferimento è al M5s, l’unica forza del campo largo assente dalla maggioranza. Di certo, chiunque sarà il candidato, «ci prepariamo alle prossime regionali in un clima secondo me molto diverso rispetto a quello che conoscemmo quattro anni e mezzo fa», quando Lucia Borgonzoni e la Lega sembravano favoriti per la vittoria.

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Il centrodestra

Anche il centrodestra si muove. La settimana prossima si terrà un incontro tra i leader regionali di FdI, FI e Lega, poi toccherà anche al livello nazionale. A quanto filtra dai consiglieri dell’Assemblea legislativa, l’orientamento sembra essere quello di puntare su una figura civica, per provare a ricucire i 15 punti di svantaggio delle Europee. Il capogruppo della Lega in Regione, Matteo Rancan, non si espone ma accelera sui tempi: come Lega «stiamo lavorando da qualche mese sul programma elettorale, lo presenteremo a fine luglio». Agli alleati «quello che abbiamo chiesto è che si possa fare il prima possibile e avere il nome il prima possibile»

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