L’Italia dice ancora una volta no all’approvazione del trattato europeo del Mes. Ed è un doppio no, molto pesante perché arriva dal vicepremier, e segretario della Lega, Matteo Salvini e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che si trova in Lussemburgo per l’Ecofin e che ha sottolineato quanto per l’Italia sia importante la modifica di questo trattato perché diventi davvero potabile, e quindi votabile.
Mes, chiusura totale di Salvini e Giorgetti
Il titolare del ministero di via XX Settembre dice che il Mes è come sale su una ferita, mentre Salvini lo bolla proprio come una «follia».
Mes, l’Ue torna alla carica: «L’Italia ratifichi la riforma»
«Chiederci di dare il via libera è come mettere sala su una ferita», ha detto Giorgetti a margine dell’Eurogruppo. «Il Parlamento non è nelle condizioni di approvarlo e non lo approva. A breve non è possibile, a lungo dipende se cambia, se migliora, se cambia natura come abbiamo sempre chiesto». E ancora più netto è stato Salvini: «L’Italia non ratificherà mai il Mes. È un’altra follia europea. Se vogliono, se lo approvino loro perché a noi non serve».
Perchè si torna a parlare di Meccanismo Europeo di Stabilità? È tornato di attualità perché durante il consiglio dei governatori del Mes, il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ha ribadito che la mancata ratifica delle modifiche al trattato da parte dell’Italia priva gli altri Paesi di importanti reti di sicurezza. Sei mesi fa, infatti, il Parlamento italiano ha bocciato la norma.
Sullo sfondo la partita delle nomine europee
Anche ieri Giorgetti ha ribadito che non c’è una maggioranza in parlamento per la ratifica del trattato. L’Italia spinge perché questo strumento finanziario intergovernativo sia aggiornato anche alla luce della «nuova Europa» emersa dalle urne. Perché «quanto accade a Bruxelles influisce su tutto il resto», ha detto Giorgetti alludendo all’isolamento dei Conservatori.
L’Italia è l’unico Paese dell’Eurozona che non ha aderito al Meccanismo di stabilità. E il motivo è tutto politico: da Paese fondatore dell’Ue l’Italia si è sentita estromessa dalle decisioni importanti che si vogliono prendere sul futuro dell’Unione. Lo stesso Giorgetti ha puntato il dito contro la «conventio ad escludendum assolutamente sbagliata» e l’ «atteggiamento pregiudizievole verso il nostro Paese». Allusioni che il direttore del Mes Pierre Gramegna non ha confermato parlando però di una possibile revisione degli strumenti a disposizione dell’ex «fondo salva Stati» e quindi venendo incontro alle istanze poste dall’Italia.
Il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha già annunciato di voler ripresentare alla Camera la ratifica del trattato: «Così vediamo se Forza Italia è davvero il centro moderato, come dice di essere o se è la stampella dei sovranisti e dei populisti».
Attualmente la capacità di prestito del Mes è di 422 miliardi di euro su un importo massimo di 500, e diminuirebbe di 68 miliardi di euro con l’introduzione del backstop per il Fondo di risoluzione unico. Il capitale sottoscritto del Mes è 708,46 miliardi di euro, di cui 80,97 miliardi versati.
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