19.05.2025
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Economy

50 giorni di tempo per le offerte


Si accendono ufficialmente i motori per la vendita dell’ex-Ilva di Taranto. I candidati all’acquisto dovranno presentare puntuale manifestazione di interesse entro il 20 settembre. Lo dice il bando di vendita autorizzato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che fissa i requisiti per scoprire le carte. È richiesto un impegno per lo sviluppo della società e delle controllate, ma anche sulla decarbonizzazione e per il mantenimento dei livelli occupazionali. Peseranno poi le misure di compensazioni per le comunità locali proposte. E saranno preferite le offerte uniche, per l’intero gruppo. Ma non è escluso che, se dovesse rendersi necessario, si possa procedere con uno “spezzatino” vendendo i singoli asset.

I PRETENDENTI

Sono almeno sei gli operatori che hanno aperto il dossier finora.«Fino a questo momento, in via informale sei diverse aziende, quattro grandi player internazionali e due aziende significative italiane, hanno manifestato il proprio interesse visitando gli impianti», ha confermato nei giorni scorsi lo stesso ministro Urso, «fiducioso» sulla rotta imboccata, Perché, «chi ha visto gli impianti, chi ha visitato i porti di Taranto e di Genova e chi ha avuto la possibilità di colloquiare con i commissari e alcuni con i lavoratori, ha detto, «è tornato da me ancora più convinto di manifestare il proprio interesse». L’obiettivo è «trovare una soluzione anche per la crisi della siderurgia italiana».

LA PROCEDURA

La manifestazione di interesse, dice il banco, dovrà essere relativa all’acquisizione dei beni e delle attività aziendali di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d’Italia in AS, nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi. Tra queste figurano Ilva Servizi Marittimi SpA, Ilvaform SpA, Taranto Energia Srl, Socova Sas, Adi Energia Srl, Adi Servizi Marittimi Srl, Adi Tubiforma Srl e Adi Socova Sas. «Tra gli obiettivi della procedura», precisa il Mimit, vi sono appunto «lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, l’esecuzione delle misure di tutela ambientale volte alla riduzione delle emissioni di CO2 e l’impegno alla decarbonizzazione dei processi produttivi, in conformità alle prescrizioni della normativa nazionale ed europea». Inoltre, è prevista «la tutela dei livelli occupazionali, con l’obiettivo di ridurre significativamente il ricorso agli ammortizzatori sociali, mantenendo un costante dialogo con le parti sociali. La procedura di cessione mira, inoltre, a prevedere attività e forme di compensazione a favore delle comunità locali e a preservare la continuità dei complessi aziendali delle Società in AS, con l’obiettivo di riportarle rapidamente ai massimi livelli di attività». Sarà pubblicato, inoltre, un nuovo invito a manifestare interesse per l’acquisizione di tutti i complessi aziendali di Sanac in AS presso gli stabilimenti di Assemini (CA), Gattinara (VC), Massa (MS) e Vado Ligure (SV), unitariamente intesi. Tra i gruppi italiani in campo ci sarebbero i nomi di Arvedi e Marcegaglia. Gruppo quest’ultimo che, a quanto risulta, nei giorni scorsi ha visitato gli stabilimenti ex Ilva di Genova Cornigliano e Novi Ligure, come fatto anche da Sideralba. Tra i pretendenti stranieri, figurano invece le due imprese indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest e l’azienda canadese Stelco. La tabella di marcia prevede la chiusura del dossier entro fine anno. Ma i sindacati insistono sulle garanzie occupazionali.

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