L’alieno E.T. del film premio Oscar sorriderebbe davanti all’idea di poter telefonare a casa con una maggior facilità.
A quel sogno ci si sta arrivando (sebbene con un percorso un po’ articolato). Sulla Luna sarà impiantato un ripetitore 4G. Sì, proprio quello della telefonia cellulare. Il piano è parte del programma Artemis della Nasa che punta a stabilire, entro il 2028, una prima base sulla superficie del satellite. L’agenzia spaziale statunitense si sta avvalendo della finlandese Nokia per portare a termine la missione.
Questa primavera un passo è stato compiuto da Athena, un lander che ha trasportato il Lunar Surface Communications System (il modello per le comunicazioni della superficie lunare). L’esito, però, non è stato positivo al 100%. Il lander è allunato in modo sbagliato, arrivando su un fianco. Comunque, il sistema prodotto da Nokia Bell Labs si è acceso e ha permesso di trasmettere dati operativi alla Terra. Nokia però — per ora — non è stata in grado di effettuare la prima chiamata cellulare sulla Luna per alcune limitazioni di potenza dovute all’orientamento dei pannelli solari proprio di Athena e per questo suo allunaggio sbagliato. Ma il modello, in un intervallo di 25 minuti in cui è stato in grado di ricevere energia, ha potuto completare con successo diversi test. Questi risultati, secondo Nokia, hanno rappresentato “passi fondamentali per dimostrare che le tecnologie cellulari soddisfano le esigenze di comunicazione anche al di là della superficie terrestre”. Il ripetitore si è acceso correttamente, ricevendo comandi a distanza e inviando risposte al centro di controllo missione di Nokia a Sunnyvale, in California. Anche il software operativo e di gestione della casa finlandese si è avviato e si è connesso alla stazione di terra di Intuitive Machines. I dati hanno confermato un corretto stato operativo, indicando che tutti i suoi sottocomponenti (la stazione base, la radio e il core di rete), funzionavano correttamente. Sfortunatamente, quando il sistema è stato attivato diverse ore dopo, la temperatura del modulo era scesa ben al di sotto dell’intervallo operativo a causa dei limiti di potenza e delle condizioni estreme del sito di atterraggio del cratere di Athena, e non è più stato possibile stabilire una connessione.
«Nell’esplorazione spaziale ci sono grandi successi e piccoli successi — aveva detto Thierry E. Klein, presidente di Bell Labs Solutions Research — Abbiamo consegnato e implementato la prima rete cellulare sulla Luna e siamo incredibilmente orgogliosi dei risultati ottenuti, nonostante le circostanze estremamente difficili. Se i moduli dei nostri dispositivi fossero stati funzionanti quando la rete è stata attivata, saremmo stati in grado di completare la prima chiamata cellulare in assoluto sulla Luna. I successi che siamo riusciti a ottenere sono comunque significativi. Siamo stati in grado di utilizzare componenti commerciali già pronti che collegano miliardi di persone sulla Terra e di renderli più resistenti per operare sulla Luna. Questi traguardi iniziali dimostrano che le tecnologie cellulari svolgono un ruolo chiave nell’esplorazione spaziale e non vediamo l’ora di intraprendere future missioni con Nasa, Intuitive Machines, Lunar Outpost e altri partner del settore spaziale».
A COSA SERVE
Oltre alla comunicazione vocale e alla trasmissione dei dati, l’idea è quella di creare un ecosistema in grado di trasmettere i dati biometrici così che si possano tenere d’occhio valori di salute e forma fisica di ogni astronauta, oltre che dirigere robot e sensori telecomandati sulla superficie lunare. Oggi gli astronauti parlano tra loro attraverso le radio. Domani, quando il sistema sarà operativo, potranno usare un cellulare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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