Il conto alla rovescia è iniziato. Se non domani, al massimo entro venerdì la Roma è pronta ad abbracciare Wesley. Il laterale brasiliano non ha preso parte al derby infuocato Flamengo-Fluminense di domenica notte e le parole del tecnico Filipe Luis al termine del match, vinto 1-0 con il gol dell’ex viola Pedro, lasciano poco margine a sorprese: «Ho vissuto la situazione che sta passando lui quando ero calciatore. In questi momenti c’è l’ansia di conoscere cosa accadrà nel futuro della propria vita. Non si tratta solo della carriera. Il giocatore è ansioso, preoccupato e ho deciso che non fosse nella condizione mentale migliore per giocare. Sì, è vero, c’è una possibilità concreta che se ne vada, per questo non è sceso in campo». Mancava soltanto che ufficializzasse il trasferimento in giallorosso e il quadro era completo. Ormai è il segreto di Pulcinella: Wesley è virtualmente un calciatore della Roma. Un corteggiamento, quello di Massara che ha dato i suoi frutti per una valutazione non indifferente (25 milioni più bonus e contratto quinquennale con base da 2,4 milioni a salire). Un sacrificio volto ad accontentare Gasperini che aveva segnalato il ragazzo addirittura un anno fa, quando era ancora l’allenatore dell’Atalanta. Anche in quel caso la trattativa era pressoché definita (per una valutazione minore, intorno ai 14 milioni più 3 di bonus) ma il Flamengo all’ultimo momento aveva giocato al rialzo chiedendo 3 milioni in più. Tra il disappunto della dirigenza bergamasca e dell’intermediario dell’operazione, il club carioca era stato comunque accontentato. Non soddisfatta, la dirigenza carioca prima di dare il via libera al calciatore aveva poi chiesto di poterlo impiegare in una partita fondamentale nella coppa Libertadores. Richiesta che ha fatto saltare il banco: Gasperini ha detto di no e ha virato su Bellanova con buona pace di Wesley che è rimasto a Rio. Stavolta invece ci siamo. Il Flamengo ha soltanto chiesto un paio di giorni per trovare il sostituto. Il ragazzo è lì che aspetta di salire sul primo volo e atterrare in città.
LA VITA COME UNA FAVOLA
Ma perché Gasp ha voluto così fortemente Wesley? Basterebbe il soprannome del ragazzo per farsi un’idea. In Brasile è conosciuto come gasolina, benzina, per la capacità di accendersi e scattare improvvisamente come pochi. È il prototipo del terzino destro brasiliano: esplosivo, gamba infinita, sfrontato con la palla tra i piedi e bravo nell’uno contro uno, un po’ meno quando deve difendere. Un talento cristallino che nella giovane carriera ha sempre giocato in una linea a quattro e che a 21 anni ha già vinto quasi tutto quello che poteva vincere in patria: Copa Libertadores, due Brasilerao, Supercoppa, Coppa di Brasile, due Campionati Carioca e altrettante Taça Guanabara. Il dribbling come marchio di fabbrica, accompagnato da una resistenza fisica non comune, ha bypassato tutte le nazionali giovanili e debuttato direttamente con la Seleçao lo scorso 20 marzo contro la Colombia. La sua storia è un romanzo. Nato a Açailândia, nel Maranhão, terra ricca di folclore e miti popolari, fino a quattro anni fa giocava a calcio di giorno nell’Atletico Tubarao (l’Atletico Pescecane) e di sera parcheggiava auto e moto nei mesi in cui ancora imperversava Covid (tra il 2020 e il 2021) nel ristorante dove lavorava la madre. Doveva farlo per aiutare la famiglia visto che la paga da calciatore si assestava sui 150 reais (40 euro). Un’idea di un amico gli cambia la vita: pubblica un video su YouTube, contenente alcune delle sue migliori giocate. Un osservatore del Flamengo lo nota e gli fa fare un provino. Una volta superato, il Calimero si trasforma in cigno. Ora Wesley, che da bambino sognava Cafu, può raccoglierne l’eredità. A Roma e con la Seleçao.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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