Al via un nuovo strumento per sostenere gli scambi tra Italia e Africa. Operativo dal 25 luglio e ribattezzato Misura Africa, mette a disposizione delle aziende 200 milioni di finanza agevolata nell’ambito del Fondo 394, gestito da Simest (Gruppo Cdp) in convenzione con il ministero degli Esteri. Obiettivo lo sviluppo e l’innovazione delle imprese italiane con interessi in Africa e la spinta agli investimenti tricolore verso i Paesi del continente. Si punta da una parte a indirizzare liquidità verso gli investimenti delle imprese per la transizione digitale ed ecologica, il rafforzamento patrimoniale, l’acquisto di beni e macchinari strumentali e la realizzazione di strutture commerciali e produttive in Africa. E dall’altra a finanziare anche le spese per la formazione professionale.
L’IMPATTO
«La Misura Africa, presentata alla Farnesina dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, rappresenta un elemento chiave della strategia governativa di partenariato paritario con il continente africano e fa seguito al Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Africa e alla Conferenza sullo Spazio Italia-Africa — ha sottolineato il presidente di Simest, Pasquale Salzano -. Con la Misura Africa — ha aggiunto — rafforziamo l’operatività di Simest a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane in una regione di grande rilevanza strategica, operando in sinergia con Cdp, Sace e Ice. Attraverso le nostre attività di finanza agevolata — ha proseguito Salzano — Simest ha contribuito a un incremento dello 0,5% del Pil italiano, generando un impatto concreto e significativo sull’economia reale del paese».
«La Misura Africa ha la finalità di ampliare notevolmente il numero degli scambi fra l’Italia e il continente — ha osservato l’amministratore delegato di Simest, Regina Corradini D’Arienzo -. Per questo l’operatività include non solo le aziende che esportano ma anche le aziende delle filiere e quelle che importano. Si tratta di un’innovazione importante visto il ruolo chiave dell’area per la presenza di materie prime strategiche, fondamentali per lo sviluppo dei processi di innovazione e transizione green. Una misura che finanzia anche la formazione sia in loco sia in Italia. Lo strumento conferma l’impegno del Sistema Italia a supporto del sistema produttivo, soprattutto delle pmi».
Il 10% delle risorse disponibili sono destinate a favore di imprese giovanili, femminili e start-up e pmi innovative. Tutte le aziende potranno invece accedere a una quota a fondo perduto fino al 10%, elevata fino al 20% per le imprese con sede operativa nel Sud Italia.
Al nuovo strumento — che nasce nell’ambito del piano Mattei, il progetto strategico del governo di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento per rafforzare i legami fra Italia e Africa — potranno accedere le imprese esportatrici con un fatturato all’estero pari ad almeno il 5% del totale, che siano stabilmente presenti in Africa e realizzino esportazioni verso il continente per almeno il 2% dei ricavi. Potranno accedere alla misura anche le imprese che importano materie prime strategiche dall’Africa per quantitativi equivalenti ad almeno il 2% del giro d’affari.
Simest intanto prosegue nell’attività a supporto della crescita estera del made in Italy. Nel primo semestre dell’anno, le risorse impegnate hanno raggiunto 5 miliardi di euro con un aumento delle imprese servite del 225%, pari a circa 3.500, di cui il 90% pmi. L’utile netto normalizzato è stato pari a 6,4 milioni, in crescita del 9%. I risultati conseguiti nel periodo hanno determinato una crescita del 6% dei volumi gestiti in portafoglio che si attestano a circa 31 miliardi, con oltre 15.400 clienti attivi, di cui oltre il 93% piccole e medie imprese in 126 Paesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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