L’anno scorso raccolse lunghi appluasi dalla platea di Comunione e Liberazione. Quest’anno invece (salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, tutt’altro che esclusi), Giorgia Meloni non ci sarà. Mentre calcheranno il palco ben tredici ministri del suo governo. Comincia oggi il Meeting per l’amicizia tra i popoli organizzato da Cl a Rimini. Un’edizione, la numero 45, che si apre con il nodo del Medio Oriente e una conversazione tra il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa. E che come ogni anno affronterà i principali temi di attualità italiana e mondiale cari (anche) ai cattolici, dalle guerre al Pnrr, dalla giustizia all’economia e alle riforme, con un filo rosso individuato in una frase dello scrittore Cormac McCarthy: «Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?».
Assenti Schlein e Conte
Al netto degli argomenti di riflessione sempre stimolanti, però, c’è chi ha notato quest’anno un’assenza più marcata rispetto alle edizioni precedenti: quella dei leader dell’opposizione. Non salirà sul palco di Rimini, infatti, la segretaria del Pd Elly Schlein. Forse perché le sue posizioni sui diritti civili la rendono distante dalle sensibilità della platea ciellina. E non ci sarà nemmeno Giuseppe Conte, che pure in passato non aveva mancato l’appuntamento col Meeting. Anche se il presidente pentastellato, che ha partecipato due volte alla convention, non ha sempre ricevuto un’accoglienza calorosa.
Per la verità qualche esponente del centrosinistra si farà comunque vedere dalle parti di Rimini. Attesi, infatti, l’eurodeputato e presidente del Pd Stefano Bonaccini (le cui posizioni sono considerate più moderate rispetto a quelle della segretaria), così come il governatore pugliese Michele Emiliano e l’ex sindaco di Bari recordman di preferenze alle Europee Antonio Decaro.
Gli altri grandi nomi del centrosinistra sono quelli istituzionali: gli ex premier Enrico Letta, che interverrà sull’Unione europea alla luce del suo incarico di predisporre il dossier sul mercato unico europeo, e Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici dell’esecutivo di Ursula von der Leyen.
I ministri ospiti
Più nutrita la presenza dei ministri del governo Meloni.
A cominciare dai due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Non saranno gli unici componenti dell’esecutivo a prendere la parola. Perché nelle sei giornate del Meeting, da oggi a domenica, è prevista la partecipazione anche del titolare degli Affari Ue Raffaele Fitto (focus su Pnrr e assetto della prossima Commissione europea). E poi ci saranno i titolari di dicaseteri economici, come Giancarlo Giorgetti (ospite ricorrente all’appuntamento) e Adolfo Urso. Ma anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, i forzisti Anna Maria Bernini e Gilberto Pichetto Fratin, poi il titolare della Cultura Gennaro Sangiuliano. Sabato spazio alla Sanità, con il ministro Orazio Schillaci, per chiudere domenica proprio con Fitto.
Tra le presenze non propriamente politiche, invece, si segnalano quella del governatore di Bankitalia Fabio Panette e del presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera. Sempre che l’arrivo di Giorgia Meloni, in cui gli organizzatori continuano (velatamente, ma non troppo) a sperare, non modifichi i piani.
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