18.05.2025
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Economy

1,2 milioni di lavoratori aspettano gli aumenti


Il mondo della scuola chiede i buoni pasto. Al tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di categoria, che interessa 1,2 milioni di persone, i sindacati ora chiedono il riconoscimento dei voucher per il personale scolastico. Ma l’Aran, che tornerà a confrontarsi con le parti sociali prima della fine del mese, frena. «Serve una disposizione di legge che autorizzi lo stanziamento di ulteriori risorse, la platea dei lavoratori interessati è molto ampia, senza coperture adeguate non è possibile inserire nel contratto 2022-2024 una norma sui buoni pasto. Non possiamo illudere un milione di dipendenti pubblici», spiega Antonio Naddeo, il presidente dell’Agenzia che tratta i rinnovi dei contratti del pubblico impiego per conto del governo.

«Questo non significa – ha aggiunto Naddeo – che non vadano trovate delle soluzioni in futuro per i dipendenti del comparto: parliamo soprattutto di dirigenti scolastici e personale Ata, e marginalmente dei docenti, che con la riduzione da 6 a 5 giorni della settimana lavorativa hanno visto il proprio orario lavorativo giornaliero raggiungere la soglia delle 7 ore e 12 minuti, che fa scattare il diritto al beneficio».

LA PROPOSTA

Intanto, questa settimana la commissione Cultura e istruzione pubblica del Senato ha respinto, per assenza di coperture, l’emendamento sul riconoscimento dei buoni pasto a docenti, Ata ed educatori della scuola pubblica, inserito nella procedura di conversione del decreto scuola, che contiene disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr e per l’avvio del prossimo anno scolastico.

Il “no” incassato a Palazzo Madama non incoraggia però il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico. Il quale, però, rilancia: «Il mancato stanziamento di risorse non preclude la possibilità di inserire il principio dei buoni pasto nella contrattazione nazionale, esattamente come è avvenuto per la formazione retribuita nel contratto 2019-2021». L’idea sarebbe quella di introdurre l’istituto nel prossimo contratto collettivo per poi lasciare alla contrattazione di secondo livello l’ultima parola sul riconoscimento dei buoni pasto. «Una volta affermato il principio, si potrà procedere alla sua applicazione in base alle risorse disponibili», sottolinea l’Anief.

Insomma, dopo che l’ultimo contratto nazionale delle Funzioni centrali, sottoscritto a gennaio, ha riconosciuto il diritto ai buoni pasto anche ai ministeriali in smart working, i sindacati della scuola non sembrano proprio disposti a cedere su questo punto.

L’OBIETTIVO

La trattativa è ancora agli esordi. Il governo conta di arrivare alla firma del contratto 2022-2024 entro la fine dell’anno. Ci sono risorse per garantire un aumento pari a 150 euro lordi per i docenti e a 130 euro lordi per il personale Ata. Questi incrementi non basteranno però per recuperare l’acquisto degli ultimi anni e vengono giudicati insufficienti dai sindacati. I rappresentanti dei lavoratori premono anche per la stabilizzazione dei precari e per una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse, sia sul versante dei fondi d’istituto (ai quali si potrebbe attingere per erogare i buoni pasto una volta affermato il diritto ai voucher nel Ccnl), che per quanto riguarda i soldi del Pnrr.

Senza dimenticare il grande tema della semplificazione e dell’unificazione dei contratti della scuola. Il prossimo appuntamento all’Aran è fissato per il 28 maggio. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nei giorni scorsi ha sottolineato l’impegno del governo per arrivare a un accordo in tempi brevi: «Spero che si possa rapidamente concludere il contratto 2022-2024. Nell’ultima legge di bilancio abbiamo aumentato di quasi il 9% le risorse per la scuola e abbiamo già previsto risorse per il rinnovo dei prossimi due contratti».

Venerdì il ministro ha anche firmato un decreto che autorizza lo scorrimento delle graduatorie per la realizzazione e la messa in sicurezza di mense scolastiche. Nell’ambito del Pnrr verranno finanziati ulteriori 210 progetti, grazie alla disponibilità di oltre 83 milioni, allo scopo di potenziare l’offerta scolastica a tempo pieno in tutto il territorio nazionale. Almeno il 66,3% delle risorse sarà destinato agli enti locali del Sud. Gli enti beneficiari dovranno concludere i lavori entro il 31 marzo 2026 e completare i collaudi entro il 30 giugno dello stesso anno, pena la decadenza dal finanziamento.

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