11.05.2025
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Economy

12 mila nuovi posti all’aeroporto Leonardo da Vinci


Il matrimonio Ita-Lufthansa farà crescere l’occupazione, soprattutto nell’hub di Fiumicino. Non solo personale di volo e di terra, ma anche tutto l’indotto aeroportuale. D’altronde è proprio sullo scalo di Roma che punta forte la compagnia tedesca, decisa a sfruttare l’operazione per costruire un rinnovato ruolo di leadership sul mercato.

Secondo Andrea Giuricin, docente della Bicocca e tra i massimi esperti del settore aereo in Italia, considerando le stime dell’Airports council international, si può prevedere la creazione di 12mila nuovi posti di lavoro da qui al 2030, di cui almeno 3-4mila assunzioni dirette di Ita Airways. Secondo lo studio dell’Aci, infatti, ogni milione di passeggeri le persone occupate in un grande hub sono circa 1200. «Nei prossimi sei anni l’ex compagnia di bandiera italiana dovrebbe passare da 15 a 25 milioni di passeggeri». Dieci milioni in più, insomma, da cui la stima dei 12mila addetti, con «Ita che potrebbe assumerne direttamente anche più di 3-4mila se le condizioni di mercato lo permetteranno».

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LO SVILUPPO

Secondo il piano predisposto da Lufthansa, in linea con le regole europee sulla concorrenza, la compagnia italiana dovrà cedere ai competitori alcuni slot che oggi detiene all’aeroporto di Milano-Linate, motivo per cui il numero complessivo di passeggeri lì dovrebbe rimanere uguale. In altri scali italiani non ci sono grandi voli intercontinentali, ma ci potrebbe comunque essere un effetto positivo sull’occupazione.

«Con un partner importante come Lufthansa, che fa parte di un network internazionale di peso — dice a Il Messaggero Salvatore Pellecchia di Filt Cisl — ci aspettiamo che anche gli altri aeroporti italiani vengano valorizzati, portando a nuove assunzioni: ci sono tutte le condizioni per ampliare il piano industriale di Ita Airways in tutto il Paese». D’altronde, sottolinea Pellecchia, «il mercato del trasporto aereo italiano è in netta crescita: siamo passati da 192 milioni di passeggeri nel 2019 a oltre 197 milioni nel 2023 e tutto questo, anche alla vigilia della presentazione del nuovo piano nazionale degli aeroporti, può favorire l’assunzione degli oltre 3mila ex dipendenti di Alitalia che oggi sono in cassa integrazione». «Lufthansa — aggiunge la Filt Cgil- quando l’operazione si finalizzerà entrerà in un’azienda che ha maturato dati positivi, che devono servire ad investire sull’aumento delle rotte, sul numero di aerei e sulle assunzioni, oltre che sul rinnovo del contratto collettivo per il lavoratori che hanno contribuito in maniera decisiva alla partenza ed alla crescita dell’azienda».

Per la Uiltrasporti «è importante che si mettano in campo soluzioni industriali ed economiche adeguate per garantire la crescita di Ita-Airways nel medio e lungo periodo: la compagnia deve necessariamente trovare una collocazione degna in una delle grandi alleanze intercontinentali per poter competere nei mercati mondiali, senza perdere ancora altro tempo». Le tre sigle sindacali, però, sottolineano che «purtroppo Ita non sarà più una compagnia del tutto italiana». Su questo attaccano le opposizioni, con Avs e M5s che parlano di «svendita del governo ai tedeschi».

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