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«È arrivato il momento di vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni». Più che un monito, una vera e propria dichiarazione di intenti, lanciata oggi dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara durante un convegno promosso dall’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi nell’evocativa cornice della Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato. Qui si è discusso dell’importanza, quasi perduta, della scrittura a mano e della riscoperta della lettura profonda, che è solo su carta ed è più che mai necessaria nell’epoca dello scrolling compulsivo e dell’attenzione volatile. Tutti insegnamenti, questi, di mclhuaniana memoria, per ricordare quanto il mezzo dell’informazione sia in grado di distorcerne la natura. Ad intervenire, oltre al titolare dell’Istruzione, la sua omologa svedese Lotta Edholm, il segretario generale della Fondazione Einaudi Andrea Cangini, la neuroscienziata statunitense Maryanne Wolf, la scrittrice Susanna Tamaro e la senatrice di FdI Lavinia Mennuni.
Il ministro Valditara: «Le scuole siano ambienti smartphone-free»
Quella per un minore utilizzo dello smartphone da parte dei giovanissimi è una battaglia per cui il ministro dell’Istruzione Valditara è pronto a spendersi.
Anzitutto a livello europeo: è stata sua, infatti, la richiesta di discutere il 25 novembre a Bruxelles dell’utilizzo dei cellulari a scuola. Ed è sempre lui che, intervenendo al convegno all’Archivio di Stato, confida di sognare delle scuole che siano «ambienti smartphone-free».
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La volontà, come anticipato, è di vietare i social agli under-15. «Esiste già una direttiva europea che interviene su questo settore — ha detto il titolare dell’Istruzione — ora bisogna arrivare al riconoscimento dell’utente». Un obiettivo che non vuole chiudere le porte alla tecnologia e al progresso, ma che punta a «insegnare ai nostri giovani a utilizzare gli strumenti digitali in modo corretto, come previsto dalle Linee guida sull’educazione civica», ha detto il ministro.
Il ddl per vietare i social agli under-15 al Senato, Mennuni: «Internet non è a misura di bambino»
Sul punto, è intervenuta durante il convegno anche la senatrice di FdI Lavinia Mennuni, membro della Commissione per l’Infanzia e l’Adolescenza e prima firmataria, assieme alla dem Marianna Madia, di un disegno di legge che punta a vietare i social ai minori di 15 anni. «Un limite appena approvato anche in Norvegia, perché Internet non è a misura di bambino», ha sottolineato Mennuni, che ha aggiunto come siano anzitutto i genitori a chiedere più regole.
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Il ddl è fermo nella fase degli emendamenti, un totale di 62, ma la senatrice di FdI ha promesso che tenterà di farlo approvare il prima possibile. Sul concreto funzionamento del divieto, Mennuni ha spiegato: «Il decreto Caivano già aveva previsto una «age verification» per la pornografia, ora l’authority sta stilando una tecnica per individuare l’età del minore». «È verosimile — ha aggiunto la senatrice di FdI — che ci sia un soggetto terzo che può profilare i dati». L’idea sarebbe o quella di un simil-spid, dunque «un documento che deve essere prodotto» oppure un più immediato riconoscimento facciale. «La tecnologia non è ancora ben definita, attendiamo che l’Agcom dia delucidazioni in merito, ma è a buon punto», ha spiegato la senatrice.
Che, in ultimo, ha sottolineato come il ddl punti a regolamentare anche la situazione dei baby influencer: «Questi ragazzini spesso stanno ore e ore davanti ai social a fare pubblicità per qualsivoglia prodotti, ma non soggiacciono a quelle tutele previste ad esempio per la televisione e per i giovani attori delle pubblicità. Anche questo elemento va quindi normato», ha concluso Mennuni.
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