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«Valore aggiunto anche per gli alleati»


ROMA Lo mette, per la prima volta, nero su bianco: «L’eccellente amministrazione garantita negli ultimi anni con la guida di Luca Zaia non va dispersa». Matteo Salvini parla per dieci minuti, in video collegamento, al direttivo regionale della Lega in Veneto. Tra i temi toccati, riporta a margine una nota del Carroccio, quello della «lista del presidente uscente», giudicata «un valore aggiunto che proporrà agli alleati». Un segnale chiaro dopo che per settimane molti retroscena hanno dipinto il leader della Lega piuttosto “tiepido” di fronte alla possibilità di una lista ad hoc per il Doge. Al punto che, interpellati a microfoni spenti sul tema, nel centrodestra sono stati in molti, fino a qualche giorno fa, a dare risposte del tipo: «Chiedete prima a Salvini». A riportare la questione della lista Zaia al centro del direttivo regionale, a dirla tutta, è stato lo stesso presidente del Veneto. Dopo l’intervento di apertura del segretario regionale, Alberto Stefani — il favorito del Carroccio per il post-Zaia — e un secondo, di respiro generale, fatto dal ministro dei Trasporti, è stato proprio il Doge a prendere la parola, introducendo l’argomento. Alla base del ragionamento condiviso con la base, la convinzione che una lista con il suo nome rappresenti una risorsa per il centrodestra: garantirebbe alla maggioranza almeno dieci consiglieri in più, pescando dall’elettorato delle opposizioni, più restio al voto di esponenti di Fdi o della Lega. Una riflessione su cui, riprendendo parola, il leader della Lega ha detto di concordare. Quella di Zaia non sarebbe l’unica lista in corsa. Almeno a leggere la nota vergata dal Carroccio: «Il partito ha già raccolto 158 disponibilità alla candidatura: potrebbero garantire la costruzione di addirittura tre liste». Le parole dette in chiaro da Salvini, però, non sono suonate per tutti allo stesso modo. Tra le opposizioni, la convinzione è che l’apertura su Zaia serva a far leva sugli alleati per poter esprimere il nome del candidato unitario di centrodestra (richiesta che il leader del Carroccio ha ribadito nuovamente ieri). «Dopo una lunga sequenza di no, Matteo Salvini si ricrede e con un’inversione a U ha dato la sua benedizione a una lista Zaia in Veneto», il commento, ad esempio, di Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione, dell’idea che si tratti di un «calcolo politico», visto che «con una lista Zaia qualunque altro candidato del centrodestra, di FdI o di Forza Italia, uscirebbe umiliato nel risultato poiché si sa che Zaia vince il banco da solo».

IL RETROSCENA

Tra le fila della maggioranza, fuori dalla Lega, più di qualcuno ritiene, invece, che il discorso di Salvini, più che agli alleati, sia stato diretto a rassicurare la base. Innanzitutto perché a fronte dei 160 volontari — pronti alla candidatura — ci sono solo 55 posti disponibili nelle liste. Difficile, poi, che Salvini consideri una strada davvero percorribile lo strappo con gli alleati e la corsa in solitaria con lista civica di Zaia, nel caso in cui non venga accolta la sua richiesta di poter indicare il nome del candidato unitario. Anche perché, ricordano nel centrodestra, rispetto al 2015, quando la Liga Veneta e la lista Luca Zaia presidente, da sole incassarono oltre il 40%, ora «è cambiato il mondo: al tempo Fratelli d’Italia raccolse il 2,58%, oggi ha un consenso che supera il 30%». Mentre Fi e Lega si aggirano rispettivamente intorno all’11% e all’8,6%, in base al sondaggio Dire-Tecnè di fine giugno. Numeri che fanno credere che la vittoria sarebbe ancora possibile — anche senza la Lega in tandem con Zaia — per i restanti partiti della coalizione. Tant’è che, secondo quanto riferiscono fonti della regione, sarebbero almeno dieci i consiglieri del Carroccio pronti a traslocare in Fdi se la frattura si concretizzasse. Il migliore scenario per Salvini, agli occhi di molti, è convincere il Doge a candidarsi tra le fila della Lega: farebbe da traino al partito e, nel frattempo, conquisterebbe un posto da consigliere in attesa del nuovo giro di boa: le politiche del 2027.


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