Comincia la corsa al miglior portafoglio. Ieri, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha inviato ai governi degli Stati Ue una lettera formale chiedendo l’indicazione dei profili candidati al ruolo di commissario. La scadenza per ricevere una risposta è fissata al 30 agosto, ma già a metà del mese prossimo — dopo una pausa estiva che trascorrerà in famiglia — von der Leyen inizierà le interviste con i pretendenti.
La numero uno di palazzo Berlaymont vuole mantenere la parità di genere nel suo esecutivo, e infatti ha chiesto alle capitali due nomi — un uomo e una donna — tra cui scegliere; deroga solo per i commissari uscenti, che potranno rimanere in sella senza concorrenti. Ciascun Paese Ue esprime un commissario, tranne la Germania che vede la sua quota “occupata” da von der Leyen, e l’Estonia, da cui proviene la prossima capa della diplomazia Kaja Kallas: dopo l’assegnazione delle deleghe, i vari commissari dovranno superare le forche caudine dell’audizione all’Europarlamento, intorno a metà settembre (cinque anni fa, questo passaggio fece saltare tre teste).
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I NOMI
Tra i pesi massimi, c’è già chi si è fatto avanti per non perdere tempo, sicuro di un portafoglio pesante: a battere tutti sul tempo sono state Lettonia e Slovacchia, con un terzo giro di giostra per Valdis Dombrovskis (che stavolta potrebbe occuparsi di ricostruzione dell’Ucraina) e Maroš Šef.
Sul fronte italiano il quadro è invece ancora tutto da completare. Se il ministro Raffaele Fitto è un nome considerato praticamente certo (complice un’espressa indicazione arrivata sul tavolo di Meloni da Bruxelles) ma solo nel caso in cui la delega che verrà assegnata all’Italia fosse di carattere economico, il rebus femminile è lontano dall’essere risolto.
Il nome della direttrice del Dis e sherpa del G7 italiano Elisabetta Belloni continua a circolare con insistenza, nonostante si ritenga tramontata l’ipotesi della “super-delega” al Mediterraneo che l’avrebbe vista come favorita (destinata a Malta, ma in forma depotenziata). Né, garantiscono fonti vicine alla premier, se ci fosse il sentore che per Fitto i giochi fossero già chiusi Meloni avrebbe alcuna intenzione di “immolare” la diplomatica che ha chiamato a palazzo Chigi per una candidatura che potrebbe anche rivelarsi di sola facciata. Continuano quindi a rincorrersi le indiscrezioni, guardando a donne di centrodestra che hanno ricoperto almeno una volta il ruolo di ministro, o che abbiano ricoperto cariche economiche di rilievo. Impossibile associare all’identikit nomi pienamente rispondenti, ma c’è chi avanza ipotesi come l’ex ministra Mara Carfagna (legata a Meloni da un’antica stima e percepita come in riavvicinamento al centrodestra dopo il passaggio in Azione) o l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, già considerata in corsa per il ruolo di candidata del centrodestra per le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna.
IL GOVERNO
D’altro canto, per quanto il tempo a disposizione sia ancora molto, a Roma si lavora alla successione del ministro Fitto, qualora debba essere lui a traslocare realmente a Bruxelles. Anche qui a prevalere sono le incognite. La sola certezza è che Meloni avrebbe deciso di tenere per sé la delega agli Affari europei, consapevole che l’aspirante commissario continuerebbe a fargli da consulente ombra. Restano quindi da assegnare tre deleghe non da poco: Pnrr, Coesione e Sud. L’attenzione è concentrata soprattutto sulla prima, con l’idea che si tratti di una delega più operativa che diplomatico-politica rispetto a quanto è stata finora. Il Recovery è infatti ormai incardinato, e Fitto da qui all’eventuale entrata in carica di ottobre getterebbe le basi per una successione soft. Eredità che però, potrebbe finire con l’essere raccolta al Ministero dell’Economia. Tra le ipotesi più in voga per il rimpasto autunnale che va profilandosi, c’è infatti l’istituzione di un nuovo sottosegretario al Mef con delega, appunto, al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un seggio che potrebbe spettare a Ylenja Lucaselli, deputata attiva in Commissione bilancio e data in grande ascesa in FdI.
Presto per dire se andrà a finire così ma, spiegano attorno alla premier, Meloni negli ultimi giorni si sarebbe convinta a voler chiudere la pratica al più presto. Per evitare che le tensioni con FI e Lega possano andare oltre i livelli di guardia, Meloni inizierà ad affrontare il dossier non appena sarà rientrata dalla Cina.
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