Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics «Tutto regolare». Nel suo quartiere solo due immobili sono ville (una era quella di Totti e Ilary)
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«Tutto regolare». Nel suo quartiere solo due immobili sono ville (una era quella di Totti e Ilary)


No, non vive in un villone di lusso ma in un villino tipico di quella zona residenziale, cioè Mostacciano, zona Eur, la premier Giorgia Meloni. E perciò, le tasse che lei paga per la sua abitazione — accatastata nella categoria A/7 — rientrano nella norma che vale per le altre proprietà di quel tipo in quella parte di Roma. Un documento dell’Agenzia delle Entrate, spiega nero su bianco, su carta intestata all’istituzione diretta da Vincenzo Carbone, un tecnico puro, un civil servant privo di profilo politico, la vicenda della casa di Meloni su cui si sono avute polemiche. Sia giornalistiche (l’accusa: la dimora della premier rientrerebbe pienamente tra le abitazioni di lusso, dopo che è stata restaurata e dotata di una piscina, e di conseguenza entrando nella categoria A/8 non dovrebbe godere di quelle agevolazioni fiscali che invece le avrebbero fatto risparmiare 70mila euro) sia parlamentari, da parte di deputati di Italia Viva presi dal dubbio di eventuali facilitazioni a vantaggio del capo del governo sui bonus edilizi e sugli incentivi fiscali.

Il ministro Ciriani, in risposta alle interrogazioni, ha fin dall’inizio escluso l’utilizzo di qualsiasi bonus da parte di Meloni e lei stessa ha già risposto in difesa della propria correttezza, così: «Gli accatastamenti sono stati fatti dal tecnico incaricato che, auspico, avrà provveduto al meglio». Sì, nessun errore o alcun favoritismo risulta in questa vicenda, come conferma l’appunto che ora è stato stilato dall’Agenzia delle Entrate. Si sa: il tema della casa dei politici è sempre stato un tema molto all’attenzione dell’opinione pubblica, un tema caldo, un tema che si presta assai — talvolta anche eccessivamente — a fomentare l’anti-politica o almeno il sospetto o la superstizione che chi sta al potere se ne approfitta. Dunque quello della casa è un argomento che richiede la massima chiarezza e una precisione assoluta, da parte dei politici.

Perciò Meloni ha voluto conoscere meticolosamente la questione attraverso l’istituzione a cui competono queste materie. Ossia alla Direzione Centrale Servizi Catastali Cartografici e di Pubblicità Immobiliare.

DIMENSIONI

Il documento in possesso del Messaggero si apre con un «inquadramento generale di natura tecnico-procedurale» e poi si arriva al caso specifico dell’abitazione della premier. «Dalle prime verifiche documentali dell’ufficio competente — così si legge — è emerso quanto segue: l’immobile si articola su due piani, di cui uno peraltro a livello seminterrato, con una consistenza complessiva, come detto, pari a 18 vani; l’altezza media di interpiano risulta nei limiti dell’ordinarietà (non superiore a 3 metri); la corte esterna di pertinenza esclusiva presenta una estensione complessiva piuttosto limitata (inferiore ai 500 metri quadrati)».

Si tratta di caratteristiche da A7/ e non da A/8, cioè dei villini e non delle ville, perché le seconde presentano «elementi tipologici di pregio, tra i quali altezze di interpiano superiori all’ordinario, ambienti principali posti in piani fuori terra e, soprattutto, corti esclusive di elevata consistenza, con ordini di grandezza – rispetto alle superfici coperte – ben superiori a quella riscontrabile nell’immobile in argomento». Anche la consistenza di 18 vani rientra «nei limiti dimensionali previsti per l’attribuzione della categoria A/7».

Questo è un linguaggio tecnico che contraddice il sospetto di chi ha sostenuto, giornalisticamente, che la premier «sia stata graziata dal catasto sulle tasse», vuoi per una svista proprio del catasto, vuoi per un errore tecnico o magari perché è scattato un privilegio. Nulla di tutto questo, assicura l’appunto dell’Agenzia delle Entrate. Ossia si dimostra la correttezza tenuta dalla premier.

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COMPARAZIONI

C’è di più in queste pagine. Nella zona di casa Meloni, ci sono solo abitazioni come quella della premier e tutte rientrano, anche quando sono dotate di piscina ad uso familiare, nella categoria A/7, cioè in una tipologia per cui sono previste per legge, a differenza che nella A/8, agevolazioni sul piano della fiscalità immobiliare locale ed erariale. E quanto ai quartieri limitrofi a quello in cui abita Meloni (Mezzocamino, Tor dei Cenci, Torrino, Vitinia, Mostacciano) è stata riscontrata la presenza soltanto di due «unità immobiliari censite in categoria A/8. Una delle quali, ma nelle cinque pagine del documento non se ne fa cenno, è la villona dove vivevano Totti e Ilary. Si tratta di ville che hanno «una superficie relativa alle corti esclusive decisamente maggiori (circa 10mila metri quadrati» rispetto a quella dell’immobile della premier e in un caso, specifica il documento dell’Agenzia (casa Totti da sposato? Non è dato sapere ma questo è) c’è «anche la presenza di campi sportivi».

Com’è possibile insomma equiparare il villino di Giorgia con la ex casa regale del Pupone o altre simili magioni? Non si può e non si deve. Lo dice la legge, anche a costo di contraddire la propaganda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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