Sui cieli dei Paesi Baltici, e in particolare sull’Estonia, è in corso una guerra di «sguardi» e provocazioni. E tra gli attori principali a difesa dell’Europa ci sono gli Eurofighter typhoon italiani. Di stanza nella base di Ämari, ad ovest di Tallin, gli aerei da guerra dell’Aeronautica militare sono impegnati nella missione missione Nato Enhanced Air Policing, attualmente rafforzata dal programma Eastern Sentry. Nelle ultime settimane si sono intensificate le azioni di disturbo di Mosca e sono aumentati i faccia a faccia con i jet russi.
I faccia a faccia con i jet russi
Secondo la Nato, i caccia italiani sono stati più volti alzati in volo con breve preavviso per identificare e seguire una serie di assetti russi in avvicinamento ai corridoi aerei internazionali della regione baltica. Le immagini diffuse nei giorni scorsi mostrano diversi tipi di aerei russi coinvolti in questi incontri, tra cui un Su-24 Fencer e, in un altro caso, un aereo da addestramento russo Tu-134UBL scortato da una coppia di caccia Su-35. Tutte le intercettazioni sono avvenute nello spazio aereo internazionale, seguendo le procedure standard. Come spesso accade nell’area, gli aerei russi coinvolti non erano in contatto con il controllo del traffico aereo e non trasmettevano alcun codice transponder, il che ha richiesto l’impiego dei caccia Qra (Quick Reaction Alert).
La missione Air Policing e Eastern Sentry
Il distaccamento italiano di Ämari opera nell’ambito della missione Nato di Air Policing, che garantisce una protezione continua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dello spazio aereo dell’Alleanza. Con Eastern Sentry, l’Alleanza atlantica ha rafforzato la propria presenza e capacità di risposta lungo il fianco orientale, garantendo una maggiore flessibilità nel reagire a potenziali violazioni dello spazio aereo o comportamenti non sicuri. Gli Eurofighter italiani contribuiscono regolarmente alla Baltic Air Policing da oltre un decennio e l’ultima serie di scramble conferma la continua importanza di questa missione in un momento di persistente attività militare russa nella regione. Gli Eurofighter thypoon a inizio ottobre hanno preso il posto degli F35, in una sorta di staffetta tra jet.
Cosa sono gli scramble
Ma come funzionano le regole di ingaggio in volo? I jet russi possono essere abbattuti? Una discussione che è più volte emersa dopo le numerose violazione aeree delle forze di Mosca. Quando un velivolo entra nello spazio aereo controllato dalla Nato senza identificarsi correttamente, non risponde ai controllori di volo oppure mostra un comportamento anomalo, si attiva lo scramble, il decollo immediato dei caccia intercettori incaricati della difesa aerea.
Le regole di ingaggio Nato
Le regole di ingaggio (ROE) che guidano questi interventi sono in gran parte classificate, ma le procedure generali sono note grazie a documenti pubblici e alle prassi dell’Alleanza Atlantica. Il primo obiettivo di uno scramble è identificare il velivolo sospetto. I caccia vengono diretti dal Combined Air Operations Centre (CAOC) dell’Alleanza atlantica per raggiungere rapidamente l’aereo non cooperante. Una volta in prossimità, gli intercettori tentano di ristabilire le comunicazioni radio, verificare eventuali emergenze e impartire istruzioni standard di sicurezza o cambio rotta. Se l’aeromobile non risponde, gli aerei Nato procedono a una intercettazione visiva, affiancandosi al velivolo e utilizzando segnali riconosciuti internazionalmente, come l’oscillazione delle ali o le luci di navigazione. Questi segnali, codificati dall’ICAO, servono a richiamare l’attenzione del pilota sospetto e a fornirgli istruzioni non verbali. Quando il comportamento del velivolo continua a essere ambiguo o potenzialmente pericoloso, il comando può autorizzare una forma di compellence, ovvero l’obbligo di seguire una determinata rotta o procedura. Tutte queste azioni sono attentamente coordinate per evitare incidenti e mantenere la sicurezza dello spazio aereo. Le parti più sensibili delle Roe Nato rimangono classificate, in particolare quelle relative all’uso della forza. È comunque noto che l’impiego di mezzi letali è sempre l’ultima risorsa, il pilota non può decidere autonomamente di aprire il fuoco, l’autorizzazione deve provenire da livelli superiori, spesso politici oltre che militari, ogni Stato membro mantiene la sovranità sulle decisioni operative nello spazio aereo nazionale.
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