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Tre candidati civici per la Campania ma la scelta finale sarà di Meloni


Al consiglio nazionale di Forza Italia, strapieno di meridionali, ieri lo dicevano un po’ tutti: «Con Cirielli candidato del centrodestra in Campania si perde». E a Meloni chi glielo dice? «Giorgia lo sa benissimo, e lo sa bene anche Cirielli». I due, premier e viceministro degli Esteri, lunedì voleranno insieme in Etiopia, per il vertice delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare, e durante la trasferta Cirielli — la cui eventuale candidatura non è premiata nei sondaggi — potrebbe avere l’occasione di dire alla leader del suo partito, FdI: cara Giorgia, se non sarò io troviamo comunque il candidato giusto in Campania. Non è in cima ai gradimenti di Cirielli la personalità di cui più si è parlato in questi giorni come possibile sfidante di Roberto Fico. E cioè Giosy Romano, coordinatore della Zes Unica del Mezzogiorno, che è il consorzio di sviluppo per l’Italia meridionale, un tecnico e civico, vicino a Raffaele Fitto. Il problema, si racconta nel centrodestra campano, è che non si può mettere un candidato inviso a Cirielli: sarebbe uno sgarbo troppo forte. Oltretutto c’è chi assicura che alle ultime elezioni europee Romano, invece di sostenere Gambino ossia il candidato sponsorizzato dal viceministro degli Esteri, avrebbe votato e fatto votare per Ventola, portato da Fitto. E allora?

È una storia gustosa questa in Campania, in cui si mescolano tanti aspetti personali e politici. E nella quale il centrodestra a questo punto avrebbe in mente — ma tutto è ancora molto fluido — un terzetto di possibili candidati successori di De Luca. Se Romano perde punti perché divisivo, Cirielli nel viaggio africano potrebbe proporre a Meloni nella terna la presenza di Costanzo Jannotti Pecci. Classe 1952, presidente della Federazione italiana delle industrie termali, si tratta di un altro civico ben visto nel centrodestra ma non in tutto il centrodestra. Non gli gioverebbe la rottura con l’ex amico Antonio D’Amato: il che a Meloni può dare fastidio visto che la premier tiene molto ad avere un buon rapporto con l’ex presidente nazionale di Confindustria, la cui consorte — Marilù Faraone Mennella, personalità conosciutissima e stimata — è stata inserita nel Cda del Teatro San Carlo dove in suo favore FdI ha rinunciato al posto che gli sarebbe spettato secondo le regole della lottizzazione.

IL RETTORE
Insomma, Jannotti Pecci è uno dei possibili tre. Un altro sarebbe un nome di gran peso. Quello che, secondo i bookmakers di casa berlusconiania, potrebbe meglio rivaleggiare e magari vincere (il sogno è questo a destra: oltre al Veneto che è sicuro, se si aggiungono le vittorie nelle Marche e in Campania, del 4 a 1 per il centrosinistra pronosticato da Elly Schlein per le regionali d’autunno non resterebbe quasi niente, ossia solo Puglia e Toscana) contro Fico. Di chi stiamo parlando? Di Matteo Lorito, attuale rettore dell’università di Napoli, Federico II, il cui mandato — particolare non irrilevante — scade il prossimo anno. Lorito ha una notorietà larga e un sicuro appeal trasversale. In più, se prima era in ottimi rapporti con il sindaco Manfredi — suo predecessore come rettore napoletano, regista della candidatura di Fico per il campo largo — adesso questi rapporti parrebbero intiepiditi. In ogni caso, puntare su Lorito, ammesso che lui voglia mettersi in gara, avrebbe il vantaggio di non avere una personalità che divide — al contrario di ciò che accade per Giosy Romano — i Fratelli d’Italia.

Manca il terzo uomo — siamo in un romanzo mistery alla Graham Green, ma in salsa napoletana? — e questo sembra piuttosto un wishful thinking più che una realtà, ma tutto può essere e può accadere in quelle terre magiche, e dunque va segnalato andhe questo nome che circola. È quello di Marco Demarco. Ottimo giornalista, ex direttore del Corriere del Mezzogiorno, autore di libri importanti su Napoli e raffinato conoscitore della politica, con origini a sinistra e solida esperienza ai vertici della redazione nazionale dell’Unità ai tempi eroici. Dire che Demarco pescherebbe voti ovunque, è un’ovvietà. Lo conoscono tutti e gode di stima pluripartisan. Ma che Meloni possa puntare su di lui, chissà. Certamente tocca a Giorgia decidere, nel mazzo delle possibilità, a chi affidare un compito così complicato com’è quello di strappare alla sinistra una regione simbolo.

PESCA A SINISTRA
Giocarsi in Campania, per la destra, la carta del candidato civico parrebbe la scelta più sensata. E lo dicono tutti da quelle parti. A chi obietta che la Lega si metterebbe di traverso, la risposta ieri — alla convention di Forza Italia — era generalmente questa: «La Lega? La Lega pensa al Veneto!». Il pregio del candidato civico — ,ne sono convinti sia i forzisti che molti meloniani ma andranno fatti i vari sondaggi su ognuno di loro e il tempo non manca perché probabilmente si voterà a novembre — è evidente: portare a destra pezzi di elettorato che finora hanno sostenuto De Luca e forse guadagnarsi il sostegno dello stesso De Luca. Il quale ieri è tornato ad attaccare Fico e meloniani e tajanei si leccano i baffi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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