Pronti, ripartenza e via. Dieci mesi dopo aver firmato il contratto di lavoro per il 2022-2024, i dipendenti di ministeri, Inps, Inail e Agenzie fiscali, si sono già riseduti al tavolo per discutere gli aumenti del prossimo triennio. Non era mai accaduto che la stagione contrattuale del pubblico impiego iniziasse così presto, direttamente nel triennio di vigenza del contratto. La prospettiva, insomma, è di avere immediatamente nuovi in aumento in busta paga.
La trattativa
L’Aran, l’Agenzia che tratta con i sindacati a nome del governo, ha già annunciato che al prossimo incontro, fissato per il 18 dicembre, produrrà le prime tabelle con gli aumenti proposti. Non che i conti siano difficili. Il governo ha stanziato per tutti gli statali, 5,5 miliardi, che diventano poco meno di 10 con le “quote” che Comuni e Regioni devono versare per i propri lavoratori. L’ultimo rinnovo per i 220 mila lavoratori delle Funzioni centrali, i primi come consueto a sedersi al tavolo, ha fruttato 165 euro lordi di aumento, dopo i 130 lordi del contratto precedente, sottoscritto nel 2022. Il nuovo accordo garantirà altri 158 euro lordi di incremento, circa il 6%. Dunque, la crescita retributiva determinata dai tre contratti sarà pari in media a 453 euro lordi mensili per tredici mensilità. «L’avvio così tempestivo del rinnovo contrattuale», ha detto il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, «dimostra l’impegno del Governo nel garantire continuità, stabilità e rispetto dei tempi. Abbiamo scelto», ha aggiunto, «di sostenere con determinazione la stagione contrattuale del pubblico impiego, prevedendo nella legge di bilancio risorse certe e pluriennali fino al 2030». Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha parlato di «inedita tempestività». Alcuni sindacati, come la Uil e Confsal-Unsa, hanno chiesto di anticipare subito la parte economica, lasciando a un «secondo tempo», le questioni normative. Flp invece, ha chiesto di procedere con più calma, mentre la Cgil si è lamentata, della sua esclusione dai tavoli di secondo livello. La Cisl ha messo sul tavolo la necessità di nuovi strumenti di valorizzazione professionale dei funzionari. Dopo le funzioni centrali partiranno a stretto giro anche gli altri tavoli: Sanità, Enti locali e Istruzione.
Il comparto
E proprio sulla scuola si registrano alcune novità. Parlando con Orizzontescuola, il ministro per l’Istruzione Giuseppe Valditara, ha spiegato di avere già pronto l’atto di indirizzo necessario ad iniziare le trattative per il comparto più numeroso dei dipendenti pubblici (tra prof e altro personale ci sono 1,3 milioni di lavoratori). Non solista. Valditara ha anche detto di aver chiesto che ci possa essere una sequenza contrattuale anticipata sulla parte economica. Insomma, un anticipo degli aumenti sulla falsa riga di quanto già fatto con il contratto 2019-2021. Si riparte insomma, e si riparte a velocità avanzata. Senza nemmeno dimenticare, che i prossimi aumenti contrattuali, grazie alle misure della manovra, avranno una detassazione al 5 per cento per le retribuzioni che non superano i 28 mila euro. E senza nemmeno dimenticare che dal prossimo anno, per la prima volta, anche i dipendenti pubblici potranno beneficiare di una detassazione per i premi di risultato.
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