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«Spiace che non si vedano i mutui»


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Tra le migliaia di conti correnti spiati dall’ex dipendente di Intesa Sanpaolo – un 52enne di Bitonto che ha tentato di giustificare le proprie azioni definendosi “maniaco del controllo” – ci sarebbe anche anche quello del governatore del Veneto, Luca Zaia.

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Le indagini

L’uomo, attualmente indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentativo di acquisizione illecita di informazioni relative alla sicurezza dello Stato, lavorava presso la filiale di Barletta, e ha spiato 6mila conti correnti, tra cui quello della premier Giorgia Meloni, della sorella Arianna, e di tanti altri politici.

L’intervento di Zaia

«Mi spiace che nel conto corrente non si vedano i mutui, almeno avevano un quadro generale delle attività e delle passività.

Al di là delle battute, è un Paese che ci sorprende sempre, ma in negativo». ha commentato Zaia oggi a Padova, a proposito dell’indagine barese.

Il tema della sicurezza

Il presidente del Veneto ha poi incalzato il tema della sicurezza: «Pensare che ci sia una persona, da quel che ho capito, che fa seimila accessi vuol dire che i sistemi di controllo permettono di farli, in generale. Penso che sarebbe utile per noi correntisti essere «loggati» in maniera tale che in ogni momento nel quale qualcuno entra nella tua posizione vieni avvisato, con il nome e cognome di chi entra, magari anche con le motivazioni. Sono sicuro che ripulirebbero subito questi furboni che entrano nei conti correnti per guardare».

L’ipotesi dossieraggio

«Speriamo non si riveli che questa attività fosse tutt’altro che dettata dalla follia — ha puntualizzato Zaia — , ma non fosse magari alimentata da qualcuno che aveva bisogno di fare dossier o altro», ha concluso. Sul fronte delle indagini è ancora, però, presto per dire con certezza che ci sia stata un’attività di dossieraggio: i magistrati stanno cercando di capire — con perquisizioni, acquisizioni di documenti e file e con l’ascolto di testimoni — il perché di questi accessi illegali. 

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