Misurare le onde gravitazionali per studiare l’Universo e provare anche a capirne l’origine: è l’obiettivo che si pone Einstein Telescope, l’osservatorio che di fatto sta già prendendo vita tra i maggiori enti di ricerca italiani visto che l’Italia è candidata a ospitare ET, proponendo il sito dell’ex miniera sarda di Sos Enattos, nel Nuorese.
Si tratta di uno studio dalla portata mondiale: l’osservatorio sotterraneo di terza generazione sarà infatti in grado di catturare le onde gravitazionali, per osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli attuali strumenti di seconda generazione. Il Paese che si aggiudicherà il sito verrà reso noto all’inizio del 2027 ma intanto, prima di sapere dove prenderà vita l’osservatorio ET, l’Italia si tiene pronta compiendo notevoli passi in avanti verso il futuro della ricerca: sono arrivati all’Università Sapienza di Roma, nel laboratorio Arc-Etcryo dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, i componenti del criostato C75, realizzati da Alca Technologies.
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IL PROGETTO
La realizzazione del laboratorio rientra nel progetto Etic, finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Missione 4 del Pnrr, di cui l’Infn è capofila, finalizzato a sostenere la candidatura italiana per ospitare la grande infrastruttura di ricerca in Sardegna. «Arc-Etcryo fa parte di una rete di laboratori in tutto il territorio nazionale – ha spiegato Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn, all’inaugurazione del laboratorio – finanziati con fondi Pnrr del ministero dell’Università e della Ricerca, per la realizzazione di tecnologie innovative per Einstein Telescope, che ci permetteranno di avere un ruolo da protagonisti nella costruzione del futuro strumento e di promuovere future collaborazioni sinergiche con i partner europei». L’installazione del criostato all’interno del laboratorio durerà diversi mesi: avrà le stesse dimensioni previste per Einstein Telescope e servirà a raffreddare e testare un prototipo di payload criogenico da 600 kg. «Il laboratorio Arc-Etcryo si trova all’interno del campus della Sapienza nell’Edificio Segrè – ha spiegato Ettore Majorana, responsabile del laboratorio, professore della Sapienza e ricercatore associato all’Infn, presentando il laboratorio – Ospiterà il criostato dedicato allo sviluppo di sospensioni a bassa dissipazione meccanica che permettano il raffreddamento degli specchi di Einstein Telescope. Sfruttando al massimo la logistica a disposizione, potremo caratterizzare un sistema di dimensioni vicine a quelle previste per Et, pari al 75%. L’impiego di soluzioni tecnologiche criogeniche permetterà a Et di essere estremamente sensibile nelle basse frequenze, un intervallo di energie di grande interesse per le osservazioni astrofisiche e cosmologiche». C75 e tutte le attività del laboratorio rientrano nel progetto Pnrr per sostenere il sito dell’ex miniera di Sos Enattos: l’area è stata scelta per la sue caratteristiche geofisiche, come la bassa sismicità, ma anche infrastrutturali visto che si trova in una zona scarsamente popolata quindi non andrebbe ad interferire con la vita quotidiana della popolazione. A oggi il sito italiano deve contendersi l’assegnazione con altri due candidati: un’area proposta dall’Olanda e un’altra dalla Germania, in Sassonia. La candidatura tedesca è arrivata in queste ultime settimane e ha fatto slittare di qualche mese la scelta che, inizialmente, era prevista entro il 2026 ma probabilmente si concretizzerà all’inizio del 2027. E per l’Italia potrebbe essere una buona notizia. Il motivo? Sono molti gli esperti che sostengono la collaborazione tra Italia e Germania. Il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, che presiede il Comitato tecnico-scientifico istituito per sostenere la candidatura italiana, ne spiega le motivazioni: «L’Italia – come si legge in un articolo di Parisi pubblicato sul sito einstein-telescope.it – si candida a ospitare l’Einstein Telescope e propone una collaborazione di alto livello con la Germania per la realizzazione dell’infrastruttura su due siti gemelli, in Sardegna e in Sassonia. Questa configurazione a due bracci separati è ritenuta, dalla comunità scientifica internazionale, la soluzione più idonea dal punto di vista tecnico, finanziario e della gestione dei rischi». Il sito di Sos Enattos presenta infatti caratteristiche tecniche ideali e l’Italia vanta una «leadership europea consolidata nella ricerca sulle onde gravitazionali, ospitando l’unico interferometro europeo, Ego-Virgo, a Pisa, e nella costruzione di laboratori sotterranei, come quello del Gran Sasso, oltre a una lunga esperienza in settori chiave quali meccanica, criogenia, ottica, elettronica e robotica».
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LA SINERGIA
Anche la Sassonia, come sottolinea Parisi, ha le caratteristiche geofisiche ideali e una comunità scientifica consolidata: una collaborazione italo-tedesca permetterebbe di creare un progetto europeo che andrebbe a coinvolgere Germania e Italia ma non solo, toccherebbe anche i Paesi confinanti come la Polonia e la Repubblica Ceca, creando così nuove opportunità di sviluppo per aree dell’Europa che attendono un rilancio economico e sociale. E quindi potrebbe rappresentare non solo un’opportunità per la scienza, ma anche un motore di crescita: «In un’epoca di crescente competizione globale nella scienza e nella tecnologia – sottolinea il Nobel per la Fisica – unire le forze su un progetto di questa portata non è solo auspicabile, ma necessario. Con Einstein Telescope, Nord e Sud Europa potrebbero consolidare la leadership scientifica e l’autonomia strategica dell’Europa».
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