Un gruppo di ricerca internazionale ha ottenuto un risultato straordinario, utilizzando un computer quantistico a 127 qubit di IBM per simulare il caos, un fenomeno che coinvolge il movimento complesso di atomi e risulta pressoché irrisolvibile per i supercomputer tradizionali. Questo traguardo, pubblicato su ArXiv – piattaforma per articoli scientifici non revisionati – apre nuove prospettive per l’applicazione dei computer quantistici.
Un traguardo guidato da Algorithmiq e dall’Università di Milano
Il progetto è stato coordinato da Sergey Filippov della startup finlandese Algorithmiq, co-fondata dagli italiani Sabrina Maniscalco e Matteo Rossi, con il supporto dell’Università di Milano. La capacità dei computer quantistici di gestire interazioni tra atomi è una potenziale rivoluzione in settori come la previsione meteorologica e lo studio dei materiali superconduttori.
Perché la simulazione del caos è così complessa
Prevedere il comportamento di numerosi atomi che interagiscono è estremamente difficile per i computer tradizionali, ma i computer quantistici promettono di affrontare questa sfida grazie alla loro potenza e capacità di calcolo. Tuttavia, alcune difficoltà tecniche, come la riduzione degli errori nei qubit – ossia i «bit» quantistici – devono essere risolte per arrivare all’applicazione pratica.
Nuovo software di Algorithmiq: come è stato simulato il caos quantistico
Grazie a un innovativo software basato su tensor network sviluppato da Algorithmiq, i ricercatori sono riusciti a eseguire 6.000 operazioni quantistiche, riducendo quasi completamente gli errori. Questo software potrebbe rappresentare il fulcro di una nuova era per il calcolo quantistico.
Un potenziale punto di svolta per il calcolo quantistico
La simulazione del caos quantistico rappresenta un punto di svolta per l’utilizzo dei computer quantistici in ambiti applicativi complessi, come le turbolenze nei fluidi e l’analisi di strutture molecolari avanzate. Questo traguardo potrebbe portare a un’accelerazione nella risoluzione di problemi che oggi sono al di fuori della portata della tecnologia tradizionale.
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