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Si riapre il fronte Regionali, in Liguria il centrodestra pensa al vicesindaco di Genova


Sulle Regionali di ottobre-novembre tira un ponentino di positività nell’entourage meloniano. Si era data per scontata la sconfitta secca, per tre a zero (dalla Liguria, all’Umbria e all’Emilia Romagna), e invece per quanto riguarda la Liguria c’è la sensazione che non tutto sia perduto e che nonostante lo scandalo Toti si possa giocare la partita con qualche chance: basta individuare il candidato giusto. Giorgia Meloni la mette così, durante l’esecutivo di Fratelli d’Italia, ieri: «In Liguria la situazione è complessa. Ma stiamo individuando una candidatura capace di dare continuità alla crescita della Regione. E sono molto serena che ci arriveremo presto». Urge insomma il competitor di Andrea Orlando, su cui il campo largo si sta compattando — ma tra mille problemi e distinguo: i grillini non vogliono i renziani e neanche i dem stravedono per Matteo il figliol prodigo anche se lui è deciso a far uscire Italia Viva dalla giunta genovese di centrodestra come gli chiede Elly Schlein — e la scelta dei tre leader Meloni, Tajani e Salvini che su questo si stanno consultando telefonicamente prima del probabile vertice di lunedì potrebbe cadere sull’attuale vice-sindaco di Genova.

Si tratta di un tipo pragmatico e iper-operativo, anche super-assessore con Bucci e dotato sulla carta di appeal trasversale essendo un civico (ma vicino alla Lega): il nome è quello di Pietro Piciocchi. Potrà rivelarsi — se sarà lui: visto che dalle parti di Scajola si spera ancora nel sì dell’avvocato Lorenzo Cuocolo, presidente della fondazione Carige e in origine vicino al centrosinistra — la carta giusta da schierare e da far vincere in questo match assai impegnativo?

Vincere in Liguria, perdere in Umbria (dove il bis della Tesei non è facile affatto) e avere un buon risultato in Emilia: se così andrà, ragionano i leader nazionali del centrodestra, l’effetto generale sarà quello di un mezzo pareggio, perché il successo in Liguria sarebbe un colpaccio, l’Umbria è sempre stata a sinistra e se ritorna alle origini è quasi fisiologico e l’Emilia è l’Emilia, terra in cui potrebbe verificarsi una sconfitta-vittoria nel senso che la candidata civica Elena Ugolini («Destra e sinistra sono schemi di un secolo fa», è il mantra di questa professoressa e manager scolastica, di origini ciellina e molto conosciuta nel mondo del sociale e del volontariato) è lanciatissima in campagna elettorale e sta recuperando molti punti nel sondaggi (otto punti la separano adesso dal competitor dem, De Pascale).

Sconfitta-vittoria significherebbe ridurre il più possibile il vantaggio di 18 punti che alle Europee il centrosinistra ha totalizzato sul centrodestra.

In questi giorni l’urgenza sarà comunque la Liguria. Il problema è che l’ex governatore Toti ancora spera in Ilaria Cavo come candidata alla Regione, ossia l’ex giornalista Mediaset e attuale deputata di Noi Moderati su cui lui ha sempre puntato moltissimo.

I NODI
La paura nel centrodestra è che Toti possa fare una sua lista con una sua candidata o candidato e questo azzererebbe le possibilità, già piuttosto complicate ma l’ottimismo è l’ultimo a morire, di vittoria del centrodestra. Ma «una soluzione con Giovanni si troverà», dicono nella Lega, in FdI e in Forza Italia. Oltretutto non sono molto minori, anzi, i problemi che gravano sull’altro fronte. Che ha nell’ex ministro dem Orlando un candidato non considerato super-pop (al punto che resta la vecchia battuta di Renzi: «Se è il candidato sarà Orlando, Toti vince le elezioni anche dagli arresti domiciliari») ma soprattutto è attraversata da distingui e dubbi. Quelli di Calenda il quale farà alla fine — così almeno credono nel Pd — aderire Azione al campo largo ligure ma intanto vuole chiarezza sulla Gronda e sul sostegno alla coalizione a tante altre grandi opere che M5S vede come il fumo negli occhi.

E Renzi? Ha accettato di non presentare la lista di Italia Viva per non irritare troppo i nuovi-vecchi compagni di strada e così l’operazione per coprire Orlando sul versante del centro e per inglobare comprendere Renzi sarà probabilmente quella di un listone civico di centristi senza simboli di partito (e forse con qualche transfugo di centrodestra) e comprensiva di amministratori e tecnici pro Orlando. Naturalmente Schlein farà continue incursioni in Liguria per la campagna elettorale ma anche Meloni, assicurano a via della Scrofa, non farà mancare la sua presenza perché il colpaccio non è escluso.

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