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«Sì al gruppo dei patrioti»


Nessuna polemica esplicita con Giorgia Meloni, ma l’adesione di Matteo Salvini al nuovo euro-gruppo promosso da Viktor Orban è una chiara presa di distanza, molto critica, rispetto alla leader di FdI che nella Lega considerano ormai — per il suo atteggiamento trattativista sul bis di von der Leyen — ormai assimilata al mainstream europeista che il salvinismo non sopporta proprio. Salvini è convinto di essersi posizionato nel posto giusto della storia e cioè senza se e senza ma — e senza le cautele di Giorgia — dalla parte di Le Pen e di Trump. I due possibili vincitori delle partite internazionali in corso.

Indipendentemente dal fatto che il Rassemblement National, dopo il secondo turno riesca a guidare un governo, per il leghista la strada è tracciata. E passa per la costituzione del nuovo gruppo Patrioti per l’Europa, che a dispetto del nome si annuncia come la nuova casa degli euroscettici. Oltre che a Salvini, la proposta del primo ministro ungherese Orbán piace a Herbert Kickl, del Partito delle Libertà austriaco (Fpo), e all’ex primo ministro ceco, Andrej Babis. Ma il boccone grosso a cui mirano Patrioti si chiama Marine. Mirano a ottenere l’adesione anche di Le Pen. «Noi puntiamo alla formazione di un gruppo il più grande possibile. E siamo fiduciosi che ci sarà l’adesione della presidente francese», dice molto convito il senatore super-salviniano, Claudio Borghi.

C’è orbanismo e vannaccismo nella piattaforma del nuovo gruppo. C’è tutta la carica anti-Ue che Salvini ha messo in campo nella campagna elettorale per le Europee. «Abbiamo detto — spiega Salvini — agli elettori “meno Europa” e siamo conseguenti. Al dunque si vedrà che l’Europa che si sta disegnando non è divisa tra destra e sinistra, ma sempre più tra chi dice più Europa e chi dice meno». Parole che naturalmente contengono un attacco agli alleati di governo, certamente a Tajani che sostiene Ursula ma anche a Meloni che dopo essersi astenuta in consiglio europeo su von der Leyen spera ancora di avere un rapporto conveniente — a favore dell’«interesse nazionale» — con la maggioranza in Ue.

RIMESCOLAMENTI
I Patrioti puntano a svuotare il gruppo dei Conservatori e riformisti guidato da Giorgia. Si porteranno via anche il partito spagnolo Vox, a cui Meloni tiene tanto? Questo si vedrà. Nel frattempo Salvini annuncia a RadioRai: «Stiamo valutando tutti i documenti per l’adesione formale, però penso che possa essere la strada giusta fare un grande gruppo che ambisca a essere il terzo nell’Europarlamento». Superando Ecr.

Il senso dell’operazione è anche un altro. Creare un pacchetto di mischia al centro dell’Europa che funga da sponda a Trump, se a novembre diventa presidente degli Stati Uniti, e per le sue politiche nel nostro continente e probabilmente di appeasement con la Russia di Putin. Sarà tra poco della partita anche André Ventura, presidente di Chega, partito della destra sovranista portoghese. Per ora i Patrioti sono 24 eurodeputati più i due in arrivo dal Portogallo. Il 4 luglio è il termine fissato dall’Eurocamera per la costituzione dei gruppi, in vista della plenaria dal 16 luglio. Intanto, Meloni ha anche un problema non irrilevante in Ecr: l’ex premier polacco Morawiecki, che le contesta troppa morbidezza con gli eurocrati, ha affermato che il suo partito, Pis, sta valutando se restare o andare via.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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