Mentre il centrosinistra prova a mettere insieme le forze per creare un fronte comune alternativo alla maggioranza di Governo — specie in vista delle Regionali d’autunno — ad allontanare l’ambizioso obiettivo è qualche perplessità di troppo che rischia di far saltare il banco. Indugi, questi, che hanno un nome e cognome, che risponde a quello di Matteo Renzi, l’ex premier oggi leader di Italia Viva.
A tranquillizzare parte dell’opposizione non sono bastate le nette dichiarazioni dell’ex leader dem, che — contro ogni ambiguità — dopo il deludente risultato delle Europee aveva fatto una scelta di campo precisa, collocandosi in quell’«alleanza organica» necessaria per battere le destre.
Da lì, però, si sono subito sollevate le barricate del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che considera i renziani irricevibii oltre che alleati sconvenienti: «Per aggregare un due-tre per cento di voti — aveva detto il leader pentastellato — si farebbero scappare tutti gli elettori del M5S e anche una buona parte di quelli del Pd».
La segretaria dem Elly Schlein, nel ruolo di paziente mediatrice, aveva invitato a non porre veti su possibili allargamenti del fronte dell’alternativa. Ma le voci contrarie hanno continuato a sollevarsi ed è proprio contro quelle che Matteo Renzi si è scagliato nella sua enews.
Renzi: «Centrosinistra: se la linea la dà Marco Travaglio noi non ci siamo»
«Centrosinistra: guida Elly Schlein o guida Marco Travaglio?», si chiede il leader di Italia Viva in aperta polemica col direttore de Il Fatto Quotidiano. «In queste settimane — aggiunge Renzi — abbiamo tolto tutti gli alibi dal campo, sparecchiato la tavola da tutti i pregiudizi e fatto un lavoro faticoso ma certosino per impostare il futuro». E spiega: «Adesso la partita è semplice: se la linea nel centrosinistra la dà il Pd con Elly Schlein — nessuno metta veti, si costruisca un’alternativa al Governo Meloni/Salvini — noi ci stiamo e siamo decisivi. Se la linea la dà Il Fatto Quotidiano con Marco Travaglio — veto contro il centro, si riavvicinino i grillini alla destra — noi non ci stiamo». In quest’ultimo caso, aggiunge, «siamo orgogliosamente fuori da questa roba qua. Semplice no?».
La convinzione del leader di Italia Viva è che il proprio bagaglio di voti, seppur non pesantissimo, rimanga comunque decisivo. «Chi mette veti fa un regalo alla Meloni, Salvini e Vannacci, tutto qui, come spiega bene questo articolo di Pietro Senaldi su Libero», scrive l’ex premier aggiungendo al testo il link dell’articolo dall’eloquente titolo «La sinistra per vincere ha bisogno anche di Renzi».
Quali sono le mire di Matteo Renzi?
Quel che viene da chiedersi, volontà di battere la destra a parte, è quali siano le vere intenzioni che animano le mire del leader di Italia Viva, i cui rivolgimenti, in passato, hanno saputo sancire la caduta e la nascita di Governi e di maggioranze. Il timore dei più perplessi, insomma, è che l’ex premier in caso di vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni possa prendersi — più o meno a ragione — parte del merito e tenere così sotto scacco gli alleati per il raggiungimento dei propri obiettivi politici. Obiettivi che, a guardare bene — vedi il sì, seppur condizionato, al premierato o la quadra con la destra sui temi della Giustizia — non sembrano sempre coerenti con quelli del resto del centrosinistra.
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