Ogni giorno le notizie della tua squadra del cuore
Iscriviti e ricevi le notizie via email
Un pilastro della Lazio ha ritirato nel Salone d’Onore del CONI il premio di Cultura Sportiva “Beppe Viola”, giunto alla quarantaduesima edizione. Nel pomeriggio del lunedì Alessio Romagnoli è stato tra i calciatori insigniti dell’ambito riconoscimento, per poi fermarsi con i cronisti presenti a commentare il momento della squadra, reduce dalla convincente vittoria sul Lecce. «Sono davvero orgoglioso, quello di oggi è un bel premio da ricevere per uno sportivo. È un premio storico, che mi rende davvero felice. Ieri sera abbiamo fatto una buonissima partita, non era facile, l’unico neo è che avremmo dovuto chiuderla prima», ha esordito il difensore biancoceleste. «Siamo contenti del nostro processo di crescita», ha ammesso il numero 13, che ha molto chiari gli obiettivi della squadra. «Dobbiamo continuare a fare bene, io spero innanzitutto di divertirmi. Il nostro compito è dare il massimo e cercare di arrivare il più in alto possibile. Io ho sempre detto che a mio avviso la Lazio deve puntare alla Champions League. So che è molto difficile, per tante ragioni, però l’obiettivo dovrebbe essere quello», ha sottolineato il classe ’95, tra i protagonisti dell’evento assieme a Gianluca Mancini della Roma.
PRESENTE E FUTURO
L’ex capitano del Milan sta costruendo con lo spagnolo Gila una delle coppie meno battute del campionato: la retroguardia laziale ha incassato appena 9 reti in 12 giornate e il portiere, Ivan Provedel, ha fatto registrare addirittura 7 partite senza subire reti. Nell’ultimo turno, però, l’atmosfera tra le mura amiche non è stata delle più semplici a causa di uno stadio dimezzato dalla protesta della Curva Nord e dei gruppi organizzati del tifo. «Giocare in un impianto bello come l’Olimpico con poca gente non è facile, a me dispiace molto che i tifosi vivano questa situazione. Però, noi calciatori possiamo fare una sola cosa: dare tutto in campo, portarli dalla nostra parte e renderli orgogliosi». Spigolosa ma inevitabile la domanda sul futuro del calciatore, che ha il contratto in scadenza nel 2027 e per approdare nella Capitale a giocare per la squadra del cuore si era ridotto l’ingaggio, per poi ricevere promesse di adeguamento non ancora mantenute dal club. «Non ho sentito nessuno della società, non so quali intenzioni abbiano. Quando sarà il momento opportuno, ne parleremo», ha chiosato.
Fino a quando il calciomercato biancoceleste sarà bloccato, per la Lazio non sarà possibile alcun rinnovo a cifre superiori. Nel frattempo, c’è una classifica da risalire, e l’attenzione del centrale è focalizzata sul rettangolo verde, e non di certo sulla Roma capolista. «A me del derby di classifica non interessa nulla, io penso soltanto alla Lazio e sono davvero contento del ritorno di Sarri, che è uno dei pochissimi allenatori che ti insegna calcio. Giocare per lui è bello», ha concluso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
