Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics Salvini, così il “ministro del fare” vuole mettere fine alle rivalità tra i leghisti
Politics

Salvini, così il “ministro del fare” vuole mettere fine alle rivalità tra i leghisti


Il generale Vannacci può ridare la bussola del Sud (ma quanti andranno alle urne nel Mezzogiorno?) a Matteo Salvini che ormai pareva essersi perduto in quelle contrade. Ma insieme al nuovo acquisto del salvinismo, deve reggere nel Centro e nel Nord il consenso leghista che si deve a una rete territoriale da partito antico e molto diffuso su cui Matteo ancora può contare. L’obiettivo di Salvini non è certo di eguagliare il boom del 2019 (il 34 per cento) ma di tenersi sopra i forzisti e di non andare sotto l’8. Se gli riesce questo, la sua leadership nella Lega è salva. Ma anche se non raggiunge in pieno questo obiettivo, occorre andarci molto piano — nonostante il mainstream mediatico continui a immaginare sfracelli — nel dire che Salvini verrà sostituito alla guida del Carroccio. Anche perché Giorgetti non aspira minimamente a succedergli, Zaia neppure e non c’è nessun altro, a parte Fedriga di cui si parla troppo e anche a sproposito, a fungere da leader di ricambio.

Ci sarà magari un direttorio o un commissariamento? Dopo Salvini, al netto di una scoppola tremenda da 5 per cento, c’è da prevedere ancora Salvini.La scommessa salviniana su Vannacci è cruciale. L’eventuale vittoria, o almeno non sconfitta, della coppia generale-capitano darà al primo dei due, magari, la possibilità di farsi un partito in proprio e al secondo consentirà, nella sua posizione di vicepremier e di ministro delle Infrastrutture, di attestarsi in quella postura che ha scelto di fare sua ma serve solidità elettorale per interpretarla al meglio: ossia dell’uomo del fare, del ministro del Ponte di Messina, dell’ingegnere o dell’operaio che rende il Paese più maneggevole e più veloce. Non una sfida da poco. Si muove su un crinale sottile Salvini che mira appunto al profilo della fattività (che può risultare pop) ma allo stesso tempo nella caccia al recupero di voti si è molto spostato a destra e su posizioni anti-europee (e iper-pacifiste oltre che trumpiane) che potrebbero creargli non pochi problemi nel momento, probabile, in cui Meloni darà la fiducia alla prossima Commissione Ue a guida Ursula o comunque a guida Ppe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Exit mobile version