Dopo lo slittamento al 20 settembre per il versamento della quinta rata (originariamente fissata per il 5 agosto) il governo, in vista della legge di Bilancio, prepara un passo doppio per correggere la rotta della Rottamazione quater delle cartelle esattoriali. La sanatoria (dalla quale ci si attende un incasso di 12 miliardi) e che è stata messa sul tavolo per consentire ai contribuenti morosi (in ballo sono 3,8 milioni) di regolare le cartelle esattoriali onorando tutto il debito ma godendo della cancellazione delle sanzioni e, in qualche caso, anche degli interessi, ha bisogno di una manutenzione.
Rottamazione quater, ufficiale la proroga: la rata slitta a settembre, la nuova scadenza e a chi si rivolge
I TEMPI
A inizio della settimana che sta per finire, come detto, l’esecutivo Meloni ha fatto slittare di 45 giorni la quinta rata concedendo così agli interessati un mese a mezzo aggiuntivo per passare alla cassa. Ma adesso si studia, appunto, un duplice nuovo intervento. Vale a dire il recupero dei contribuenti che hanno saltato l’appuntamento con i precedenti versamenti (e che ora, per legge, saranno costretti a versare tutti i debiti fiscali senza alcuna dilazione o sconto) e una estensione della Rottamazione quater anche alle cartelle di pagamento maturate nel corso del 2023, escluse dalla norma, che attualmente copre il periodo compreso tra il 2000 e giugno 2022.
A RILENTO
La ragione di questa articolata modifica, nelle strategie di Palazzo Chigi, è evidente: la Rottamazione quater procede un po’ a rilento perché quasi la metà dei contribuenti, dopo aver sottoscritto il patto con il fisco per versare a rate non ha pagato (o ha versato solo in parte) quanto dovuto. Occorre ricordare che l’ultima rata, la quarta, in scadenza il 31 maggio, si è chiusa con un incasso di 200 milioni (100 milioni in meno del previsto). Secondo le stime del governo, come detto, circa il 50 per cento di chi aveva stretto un accordo con l’agenzia delle entrate a giugno 2023 ha violato il piano di rientro esponendosi così alla certezza di vedersi recapitare una nuova richiesta di pagamento.
Ma questa volta in un’unica soluzione e con tutto il pesante carico degli oneri accessori. Così prevede la legge, ma all’interno della maggioranza in pochi hanno voglia di affondare il colpo contro i morosi incalliti. Una strategia del «fisco amico» ispirata in particolare, della Lega di Matteo Salvini. Già a fine marzo, vale la pena ricordarlo, era stato concesso un piano di recupero, chiesto a gran voce anche dai commercialisti, per far rientrare a bordo chi aveva mancato le prime due rate. Dunque quella chance potrebbe spuntare nuovamente.
Rinviato al 15 settembre 2024 il pagamento della quinta rata della rottamazione-quater
LE TAPPE
E non è tutto: con un ulteriore provvedimento, il governo, come detto, aprirà la Rottamazione anche alle cartelle esattoriali relative al 2023 ampliando l’arco temporale della sanatoria che, come ricordato, attualmente, partendo dal 2000, si ferma al primo semestre 2022. In attesa dell’arrivo di queste novità occorre rammentare che l’attuale impianto del provvedimento prevede un versamento unico dei debiti (privi di interessi) oppure in un numero massimo di 18 rate (5 anni) consecutive, di cui le prime due, con scadenza, come ricordato, il 31 ottobre e il 30 novembre 2023. Le restanti rate, ripartite nei successivi 4 anni, andavano saldate il 28 febbraio e il 31 maggio scorso. Le restanti il 20 settembre e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2025. La prima e la seconda rata erano di entità pari al 10% della somme complessivamente dovute a titolo di definizione agevolata, le restanti rate invece saranno di pari importo.
LE RATE
Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2% annuo, a decorrere dal 1° novembre 2023. Intanto, sempre in tema di agevolazioni fiscali, con l’arrivo di agosto, è scattata la tradizionale tregua estiva per i contribuenti che, almeno fino ai primi giorni del prossimo mese e tranne casi eccezionali, non riceveranno più comunicazioni dall’amministrazione. In poche parole niente cartelle di pagamento o avvisi bonari e zero versamenti. Qualche settimana di respiro, dunque, prima di tornare, il 4 settembre, ai normali adempimenti.
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