Si era riaffacciata ieri l’ipotesi di un Election Day per accorpare la data delle tre elezioni regionali previste nella seconda metà del 2024 in Liguria, Emilia Romagna ed Umbria.
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Lo aveva richiesto il Consiglio dei Ministri, suggerendo questa via per «evitare la frammentazione» degli appuntamenti elettorali. Ma gli ostacoli non mancano e non c’è alcun accordo tra le regioni, nè si prevede alcun intervento risolutivo da parte del governo. L’ipotesi più probabile è che l’election day salti.
La delusione dell’Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna è rimasta delusa dalla proposta del governo di negoziare un accordo tra le Regioni riguardo alla data dell’election day. Bologna si aspettava che il governo presentasse una proposta concreta sulla data, che sarebbe poi stata trasformata in un decreto capace di superare i vari ostacoli normativi. Di conseguenza, l’Emilia-Romagna ritiene quasi impossibile che le tre Regioni possano concordare una data senza l’intervento governativo, mentre l’organizzazione continua a pianificare il voto per il 17 e 18 novembre. La situazione sembra quindi complicarsi ulteriormente e, con il passare del tempo, diventa sempre più difficile trovare una soluzione. Per quanto riguarda le candidature, la coalizione che sostiene il presidente facente funzioni Irene Priolo (centrosinistra e M5s) presenterà Michele de Pascale (Pd), mentre il centrodestra si è compattato sul nome di Elena Ugolini, indipendente, già sottosegretario nel governo Monti. Le elezioni, che si terranno domenica 17 e lunedì 18 novembre 2024, sono state indette con anticipo vista l’elezione dell’ex presidente di Regione Stefano Bonaccini come parlamentare europeo per il Pd.
Il caso Liguria
Anche il presidente facente funzioni della Liguria, Alessandro Piana, ha evidenziato: «O il governo fa un decreto legge e lo impone alle regioni e a quel punto ci adeguiamo altrimenti la data per la Liguria resta il 27 e 28 ottobre. Non è possibile cambiare la data in altro modo». La Liguria ha anticipato di un anno le elezioni in seguito alle dimissioni del governatore Giovanni Toti, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria che lo ha portato anche all’arresto. La regione ha quindi 90 giorni di tempo per indire nuove elezioni e trovare un nuovo presidente. A soli due mesi dal voto le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra non hanno ancora espresso candidati ufficiali per la presidenza della Regione, guidata attualmente da Alessandro Piana. Nel centrosinistra è in campo l’ex ministro Andrea Orlando (Iv) ma la convergenza con M5s e Avs tarda ad arrivare.
Umbria
Per l’ Umbria sarebbe tecnicamente impraticabile fissare a ottobre le elezioni per eleggere la o il presidente della Regione e rinnovare l’Assemblea legislativa. La data più probabile resta quindi il 17 novembre, con l’Emilia Romagna, ma potrebbe essere valutata anche l’1 o il 2 dicembre. La Regione guidata da Donatella Tesei, centrodestra, non ha comunque ancora fissato il giorno del voto. In Umbria la legislatura terminerà a fine ottobre. Votare nello stesso mese viene al momento escluso per una serie di procedure burocratiche propedeutiche al voto. In base alla legge, la data delle urne può essere fissata fino al 60 giorni dopo la fine del mandato di governo. Qui si sfideranno l’uscente Donatella Tesei (Lega) per il centrodestra e l’indipendente sindaca di Assisi, Stefania Proietti per il centrosinistra, con il sindaco di Terni Stefano Bandecchi a fare da terzo incomodo.
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