Economy

profitti su a 500 milioni nel 2030


Fincantieri vara il piano industriale fino al 2030 con indicatori tutti in decisa crescita ma a Piazza Affari il titolo affonda. Nella stessa giornata il gruppo ha annunciato infatti di aver concordato una proroga di cinque anni fino al 2030 della scadenza di un finanziamento concesso alla società di crociere Virgin Cruises a dicembre 2023 in concomitanza con la consegna di una nave. Lo slittamento del rimborso, insieme a un certo pessimismo degli investitori sui titoli del comparto della difesa per gli spiragli di pace in Ucraina, hanno fatto crollare le azioni del 9% a 16,79 euro. Il titolo dell’azienda guidata da Pierroberto Folgiero resta comunque in rialzo di oltre il 140% negli ultimi dodici mesi anche se molto lontano dai massimi di 26,9 euro toccati lo scorso ottobre.

L’ESPANSIONE

Eppure il piano presentato ieri prevede una crescita in tutti i settori e in particolare una espansione del comparto della difesa e delle attività sottomarine. Il gruppo conta di arrivare nel 2030 a 12,5 miliardi di ricavi (in aumento del 40% rispetto a quest’anno), mentre il margine operativo lordo è visto a 1,25 miliardi (+90%) e l’utile netto a 500 milioni (erano 27 nel 2024). In programma anche una accelerazione della riduzione del debito, trainata dalla generazione di cassa.

Si stimano poi oltre 50 miliardi di nuovi ordini nell’arco dei cinque anni e il raddoppio della capacità produttiva dei cantieri italiani nel business della Difesa, per far fronte all’accelerazione della domanda. Nel mondo, sottolinea il gruppo, il budget globale stanziato dai governi per il settore è atteso a 2.930 miliardi di dollari nel 2030 (+18,6% sul 2025). Con una spesa per unità navali, puntualizza Fincantieri, in aumento in linea con questa tendenza.

Nel comparto delle navi da crociera, la società a controllo pubblico punta poi a confermare la leadership, con oltre il 49% di quota di mercato, 34 unità in portafoglio e consegne previste fino al 2036. Il settore sarà caratterizzato infatti da una crescita dei crocieristi stimata del 4,5% medio annuo (nel periodo 2024-2032), favorita da un bacino totale di turisti in cui meno del 2% sceglie attualmente una vacanza su una nave.

Nel segmento “underwater”, le attività sottomarine , il mercato di riferimento è previsto raddoppiare nel priodo 2026-2030 da 22 a circa 43 miliardi. La crescita sarà trainata sia dal business della difesa (sottomarini e mine navali per contrastare minacce sempre più ibride e asimmetriche) che dalle attività in ambito civile, alimentate «dall’urgenza di monitorare, conservare e proteggere le infrastrutture subacquee – come i cavi sottomarini – e asset critici come i porti».

IL FOCUS

«Con questo piano entriamo in una nuova fase di crescita: rafforziamo la capacità produttiva, aumentiamo la competitività e manteniamo il focus sul nostro core business e sull’efficienza operativa», ha sottolineato Folgiero, aggiungendo: «Saremo pronti a cogliere nuove opportunità in mercati internazionali».

Nel piano l’attenzione è concentrata anche sull’evoluzione dei sistemi di propulsione delle navi «verso soluzioni sempre più sostenibili, dai carburanti puliti all’idrogeno, fino all’ambizione del nucleare». Insomma «una strategia — sono ancora parole di Folgiero — che mette al centro la capacità di evolvere» e di «generare impatto industriale e occupazionale per il Paese».


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