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«Prevost? Abbiamo scelto l’uomo di tutti, ma non sarà un anti-Trump»


Cardinale Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Capo Verde, non erano ancora maturi i tempi per un Papa africano?

«Per me la Chiesa è universale, il che significa che bisogna trovare persone capaci di fare le cose giuste nel momento giusto. Non importa chi siano o da dove arrivino. In Leone XIV c’è molta speranza, tante aspettative e so che farà un bellissimo lavoro. Sorprenderà tutti».

Per caso Prevost è stato eletto in chiave anti-Trump?

«Non mi pare che questo aspetto politico sia entrato nelle nostre visioni. Questo cardinale lo abbiamo voluto per guidare la Chiesa ed essere un pastore in questo tempo storico, indipendentemente da tutti gli altri fattori politici, economici, sociali, eccetera».

Il cardinale Parolin era dato come super favorito alla vigilia.

«A mio avviso era uno dei cardinali e naturalmente aveva la possibilità di essere eletto come qualsiasi altro. Tutti avevano la via aperta. Lo Spirito Santo sceglie, gli elettori confermano».

Sarà un pontificato di continuità con Bergoglio?

«Quello che è stato detto è che si farà un’ermeneutica della continuità. Tradotto significa che la Chiesa è soltanto una e vuole crescere sempre d’accordo con il Vangelo».

Si sentiva il bisogno di un Papa pastore?

«Sicuramente. Un teologo, pastore, padre, compagno, amico. Sollecito e prossimo a tutti coloro che sono bisognosi in qualsiasi dimensione della vita e dell’esistenza».

Si dice che Prevost abbia raggiunto oltre 100 voti?

«Non posso parlare di quello che è accaduto dentro il conclave».

Il collegio cardinalizio tornerà ad avere un ruolo di maggiore peso di quanto non ne abbia avuto con Bergoglio?

«Penso di sì, in ogni caso il Collegio è sempre una squadra di appoggio, di accompagnamento per rinforzare anche il ruolo del Papa nel servizio delle Chiese e del mondo».

Pensa che Leone XIV sarà un Papa viaggiatore o stanziale?

«Mi auguro viaggiatore perché tutto il mondo ha voglia di ricevere il Papa a casa propria, e penso che lui farà il possibile. Spero pure venga a Capo Verde, ma vediamo».

Lei è il primo cardinale di Capo Verde. Che impressione le ha fatto partecipare al Conclave?

«Un’esperienza incredibile, indescrivibile, unica, singolare, quasi celestiale».

Non c’erano divisioni, correnti, colpi bassi?

«Queste sono le cose create anche dalla pressione politica e ideologica, ma la Chiesa resta una, santa, cattolica e apostolica. Unita nella diversità, come sempre è stato lungo la sua storia bimillenaria».

E il fatto che arrivi dagli Stati Uniti?

«Non fa niente se arriva dagli Usa, la Chiesa è dappertutto, è veramente globale. È la dimostrazione, anzi la testimonianza, del suo essere universale, è dappertutto e per tutti. In ogni caso Prevost è pure latinoamericano. È agostiniano, un uomo del mondo, un uomo di Dio, un uomo di tutti quanti».

Il nome scelto, Leone XIV, rimanda a Leone XIII e alla Rerum Novarum. Cosa significa?

«Che vi sarà attenzione ai nuovi poveri, al Sud del Mondo, al divario tra Nord e Sud. Non è un caso se Prevost ha scelto questo nome. Leone XIII ha regnato in un’epoca segnata dal problema degli operai e della rivoluzione industriale. Adesso, invece, ci sono tante, diverse rivoluzioni soprattutto c’è la crisi dell’uomo, dell’umanità, del concetto stesso di essere umano. E lui potrà portare luce affinché ognuno possa essere difeso nella sua dignità per la sua crescita umana e spirituale, per un mondo migliore. Non so se la Chiesa sia davvero l’unico potere morale rimasto al mondo, come dice qualcuno, forse dovrebbe essere così, sicuramente è una forza morale grazie al Vangelo e a Gesù Cristo».

Papa Leone XIV sembra attento ai simboli liturgici l’ha notato?

«La liturgia ha i suoi principi, le sue regole. Non può essere lasciata all’immaginazione, alla fantasia di ciascuno, perché è la fonte della Chiesa, rimanda alla sua stessa vita. C’è bisogno di formazione, di principi essenziali da seguire».

A Roma si dice che un papa bolla e l’altro sbolla….

«Quando un Papa muore, come è stato con il nostro amato Francesco, la Chiesa ha la possibilità, grazie a Dio, di trovare un altro Papa per continuare il lavoro per il bene della Chiesa. È un cammino».

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