«Questo posto non è un posto personale di chi l’ha usato, è un posto collettivo e che quindi prende decisioni collettive. Certamente ci rivolgeremo alla città per un riscontro su queste cose». Lo ha detto Marina Boer, presidente dell’associazione delle Mamme antifasciste del Leoncavallo, in via Watteau a Milano, dove questa mattina è stato eseguito lo sfratto della storica sede del centro sociale. Boer ha ricordato che «l’accesso era previsto il 9 settembre, ma sapevamo che sarebbe potuto succedere anche prima. Una delegazione di Fratelli d’Italia è andata a Roma a chiedere di farlo prima, quindi sapevamo che poteva accadere. Ora dobbiamo organizzarci, parlare tra noi. È un luogo collettivo e prenderemo decisioni collettive». La trattativa con il Comune di Milano «teoricamente è ancora aperta, vedremo cosa succede e come andranno le cose», ha aggiunto Boer, confermando che nel pomeriggio si terrà un’assemblea del centro. La presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo non ha nascosto la sua amarezza, rispondendo ai cronisti a una domanda sulla città: «Milano sta diventando una città di merda, in cui non c’è nessuna possibilità nemmeno di una visione diversa, di proporre delle alternative, di creare della socialità». (LaPresse)