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Paziente malato di tumore viene operato dopo solo 4 ore dalla diagnosi: l’intervento al Policlinico Gemelli


Diagnosticato e operato in meno di 4 ore. È successo qualche giorno fa al Policlinico Gemelli, dove un paziente è stato sottoposto a un intervento mini-invasivo per tumore del polmone. Un intervento di routine, ma che è stato svolto sole poche ore dopo aver ricevuto la diagnosi, grazie al grande lavoro di squadra e all’innovazione tecnologica, che ha portato alla procedura combinata broncoscopia robotica Ion + resezione polmonare mini-invasiva in singola anestesia. 

Il percorso canonico

«Non si tratta solo di un first nazionale, ma di un passaggio paradigmatico nella direzione di una medicina realmente integrata, precoce, mini-invasiva, orientata alla precisione e alla risoluzione rapida del sospetto oncologico» — commenta il professor Stefano Margaritora, ordinario di Chirurgia Toracica all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Chirurgia Toracica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs -. «Fino a oggi i noduli polmonari ‘periferici, soprattutto se ‘parzialmente solidi’ risultavano impossibili da biopticare; questi pazienti venivano dunque seguiti con Tac di controllo ripetute ogni 3-6 mesi e, se il nodulo cresceva, veniva asportato. Non è corretto porre subito l’indicazione chirurgica perché in realta’ nel 40% dei casi queste piccole immagini periferiche non sono tumori».

La tecnologia dietro l’intervento

«La rivoluzione è arrivata dalla pneumologia interventistica, e precisamente dall’Ion Endoluminal System: una piattaforma robotica broncoscopica che permette di eseguire la biopsia e la «marcatura» (indispensabile per la localizzazione intraoperatoria) anche di piccoli noduli periferici» — spiega il professor Rocco Trisolini, associato di Malattie dell’apparato respiratorio all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Pneumologia interventistica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs -. «L’intervento viene eseguito in sala ibrida, dove sia la navigazione che la biopsia endoscopica possono essere guidate anche dalla ricostruzione 3D di una TAC effettuata in contemporanea. Soprattutto nei pazienti a rischio dunque, anziché seguire l’evoluzione della crescita del nodulo, possiamo proporre subito di fare una biopsia con questa metodica». L’ulteriore rivoluzione, che è un capolavoro di organizzazione multidisciplinare, consiste nella possibilità di effettuare in tempo unico la biopsia robotica in sala ibrida con Ion e, qualora questa risulti positiva, di portare direttamente il paziente, già intubato, in sala operatoria (la biopsia con Ion si fa in anestesia generale) per eseguire l’intervento. «Trattandosi di piccoli noduli periferici si può eseguire una resezione sublobare (segmentectomia o resezione cuneiforme), un intervento semplice e rapido da effettuare, o con il robot Da Vinci o in toracoscopia uniportale», — spiega la professoressa Elisa Meacci, associato di Chirurgia Toracica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile della Uos di chirurgia mininvasiva di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs -, che ha effettuato l’intervento.

L’orgoglio dei medici

«Questo approccio innovativo — conclude il professor Margaritora — dalla biopsia in broncoscopia robotica in sala ibrida, alla resezione segmentaria immediata in sala operatoria, incarna pienamente i valori e la visione del Gemelli: tecnologia avanzata, diagnosi tempestiva, appropriatezza clinica, cura centrata sulla persona, lavoro interdisciplinare». «Questa esperienza — conclude il professor Trisolini — dimostra che non è il numero delle indagini a determinare la qualità, ma la capacità di costruire percorsi risolutivi, in cui la sinergia tra competenze consente di passare dal sospetto al trattamento in poche ore, con massimo beneficio per il paziente e minima invasività».


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