Via al quarto mandato di Antonio Patuelli alla guida dell’Abi, con un assist autorevole e istituzionale. «Intervenire dopo il Presidente Patuelli non è cosa semplice», ha detto il Governatore Fabio Panetta nel suo intervento avvenuto dopo quello del numero uno dei banchieri.
Nel suo intervento, come sempre forbito e denso di citazioni — ha fatto riferimento una volta al ministro Giancarlo Giorgetti e tre al governatore di Bankitalia per concludere ricordando Luigi Einaudi tramite il suo allievo Piero Gobetti — ha esortato a ridurre le tasse sul risparmio.
I risparmiatori in Italia, ha evidenziato Patuelli, subiscono «una pesante tassazione che spesso li orienta ad investire all’estero» e che va quindi tagliata.
Secondo il presidente dell’Abi oggi «i risparmiatori che investono a medio e lungo termine subiscono una tassazione di quasi il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche: si sommano l’Ires, l’addizionale del 3,5% e quelle locali, la cedolare secca sui dividendi, l’Irap, l’Imu e l’imposta del bollo». Il risparmio investito in strumenti di liquidità delle banche è indispensabile per erogare prestiti, ha aggiunto.
Le banche italiane chiedono al Governo di “ripensare” l’Ace (aiuto alla crescita economica) «per favorire le imprese a rafforzare le solidità indispensabili per nuovi investimenti».
GROS-PIETRO VICARIO
Da Patuelli anche un richiamo all’importanza di un terreno di gioco livellato per poter operare. «Piena e corretta deve essere la concorrenza fra big tech, cripto attività e banche, con regole identiche, anche fiscali, e uguale Vigilanza, nella società aperta, senza sopraffazioni monopoliste tecnologiche, per un’economia competitiva, democratica e sostenibile, mai rassegnata e inerte verso i cambiamenti climatici».
Ad avviso presidente dell’Abi, che è anche numero uno della Cassa di Ravenna ed è al vertice dell’Associazione da gennaio 2013, quando sostituì in corsa Giuseppe Mussari, coinvolto nelle disavventure del Montepaschi, «uguali regole sono indispensabili anche in Italia per garantire l’uguaglianza nei punti di partenza per la corretta concorrenza, come per la piattaforma “PagoPA”, per la quale è stata trovata una soluzione equilibrata».
Patuelli è tornato a battere sul tasto dell’Unione bancaria. «Il completamento delle Unioni bancaria e dei mercati dei capitali sono priorità da realizzare con un “disegno centrale” evitando la moltiplicazione delle norme, favorendo la competitività delle banche nella Ue e la prevenzione nelle crisi bancarie, con i Fondi interbancari che debbono essere preferiti alle più costose ’risoluzioni’ e a misure come il ’bail in’: debbono essere sempre rispettati i risparmiatori e i lavoratori», ha proseguito. «Debbono essere evitate penalizzazioni per chi detiene il debito pubblico» ha detto ancora precisando che «fra i più ambiziosi obiettivi strategici per costruire una vera Unione europea, che eviti la concorrenza economica fra gli Stati membri, vi è l’armonizzazione dei sistemi e delle aliquote fiscali». «Le banche — ha continuato il numero uno dei banchieri — hanno assoluta necessità di avere stabilità delle tantissime norme internazionali, europee e nazionali che vanno semplificate: nel 2023 quelle indirizzate alle banche sono state diverse migliaia».
A seguire la seduta pubblica, si è svolta quella privata, con le riunioni di esecutivo e consiglio per l’elezione dei vertici. Presidente confermato per acclamazione Patuelli, vicepresidente vicario confermato Gian Maria Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo), Giampiero Maioli (Credit Agricole Italia), Nicola Maione (Mps), Massimo Tononi (Banco Bpm), Camillo Venesio (Banca del Piemonte), Mario Alberto Pedranzini (Popolare di Sondrio). New entry Venesio e Pedranzini, entrambi già vice negli anni scorsi. Poi eletto il consiglio nel quale è stato confermato Francesco Maiolini, ad della Banca del Fucino, uno dei banchieri romani più rappresentativi.
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