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oggi tocca al centrodestra. FI punta al soprasso su FdI


Dovrebbe vincere Roberto Fico, secondo i sondaggi, ma chissà. Giorgia Meloni ha deciso di combattere in prima persona per la Campania, per la volata di Cirielli il candidato presidente e per la buona riuscita di Sangiuliano, caro sia a lei sia alla sorella Arianna che va e viene da Napoli. Il sorpasso sul centrosinistra è l’obiettivo (non facile) e oggi la premier, Tajani, Salvini, Lupi e il centrista De Poli saranno a Napoli per la grande impresa. Poi la premier tornerà alla vigilia del voto, il venerdì 21, all’indomani del primo comizione congiunto tra Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli: per una volta tutti insieme e il leader M5S è strafelice perché se vince Fico lui si intesta dopo la Sardegna un’altra regione stellata. O magari crederà di farlo, perchè forse De Luca sarà ancora più importante di tutti loro. Meloni, comunque, ci prova. E, tra postura da statista e lo stile pop che da queste parti piace assai, spingerà molto per strappare la Campania agli avversari.

I RISVOLTI

L’eventuale vittoria significherebbe per lei stravincere questa tornata delle Regionali ma non è affatto facile. «Ci basta perdere di poco», dicono nel suo entourage. Dove non sono tanto preoccupati per Fico, personalmente non molto attrattivo, ma per la forza delle tante liste e delle centinaia di candidati che appoggiano l’ex pupillo di Grillo: ras delle preferenze, notabili, mastelliani, vetero-democristiani, fascio-comunisti innamorati di De Luca, cesariani nel senso di Cesaro ovvero il berlusconiano Giggino ‘a Purpetta il cui figlio renzianamente corre con la sinistra. Mentre è tornata in campo Maria Rosaria Boccia, con Bandecchi: «Lo faccio per la mia terra».

Meloni arriva a Napoli e in questa città ha stabilito un ottimo rapporto con il sindaco dem, Manfredi. Il quale non fa che ringraziarla — Metodo Giubileo anche sul Golfo — perché ha propiziato la vittoria di Napoli come sede dell’America’s Cup, con tuti i soldi connessi a questo mega evento. Ma se Manfredi, vero padrone della candidatura Fico e della lista del presidente, vince troppo non andrebbe così bene a Meloni: Manfredi potrebbe essere proiettato dal successo verso la candidatura a premier, ruolo nel quale Giorgia preferisce Schlein. La conosce meglio e pensa di poterla battere meglio. Anche per quest, oggi, la premier non andrà alla kermesse per la Coppa America di vela, con i ministri Abodi e Santanchè, i vertici di Sport e Salute e del Coni, forse il presidente De Laurentiis e certamente il presidente De Luca, Manfredi e tantissimi altri. Va bene collaboratìre con Manfredi sulla Coppa America, altro è legittimarlo come leader nazionale. E comunque, a scanso di equivoci in contemporanea c’è il comizio, piazzato (chissà se chirurgicamente) alla stessa ora.

Giorgia va dicendo ai suoi sul territorio di ricordare sempre che «la regata a Napoli l’ha voluta li governo, i soldi li mettiamo noi e la rinascita di Bagnoli, di cui la sinistra da decenni straparla, arriva adesso ma non grazie a loro». Non sono pochi 26 miliardi di investimenti. E comunque, vela e non vela, la Campania è il cuore di questa tornata di Regionali. Perché comprende anche alcune partite interne alle coalizioni.

LA COMPETIZIONE INTERNA

Tajani, in arrivo a Napoli per la kermesse unitaria, ha scritto una lettera ai dirigenti locali del suo partito il cui succo è questo: impegnatevi totalmente per portare voti a Forza Italia, perché l’obiettivo è quello di diventare il primo partito del centrodestra. I sondaggi dicono che FdI è al 15 per cento e gli azzurri al 12, quindi il sorpasso è possibile — e l’impatto di questo sorpasso avrebbe forte risonanza a livello nazionale — tanto più che i meloniani porteranno voti alla lista a Cirielli e questo indebolisce numericamente la lista del partito.

L’altra partita è a sinistra. Il palco del 20 novembre con Schelin, Conte e gli altri serve al leader stellato per dimostrare che tra i quattro lui, oltre a intestarsi la Campania con Fico, è quello ormai più moderato — la svolta di Giuseppi, anti-patrimoniale, anti-Landini, law and order e il capo M5S non parla più di genocidio a Gaza ma di più assunzioni di poliziotti in Italia — e il più adatto rispetto all’inesperta Elly a governare, semmai, l’Italia. La Campania, se va bene, sarà la sua vetrina di nuova affidabilità governativa (il format di Conte che ha il know how di uno statista sarà propagandato anche Rocco Casalino nella sua nuova veste di opinionista di Rete4) e occhio allora a tutto quello che il voto campano contiene e nasconde.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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