Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Funny Science «Non cerco l’amore, non mi interessa. La Vita in Diretta fu un errore, piena di morbosità. Ebbi un attacco di panico per stress in aereo, sembravo Hulk»
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«Non cerco l’amore, non mi interessa. La Vita in Diretta fu un errore, piena di morbosità. Ebbi un attacco di panico per stress in aereo, sembravo Hulk»


Nuova stagione televisiva, nuova esperienza professionale. Il soldato Tiberio Timperi, 60 anni, anche stavolta si è fatto trovare pronto e quando un paio di mesi fa la Rai ha chiamato, ha subito risposto di sì. Dall’8 settembre non sarà più con Anna Falchi alla guida dei Fatti vostri su Rai2, ma al timone di Unomattina News, nuovo contenitore informativo in onda su Rai1, dal lunedì al venerdì, dalle 6.30 alle 8 del mattino. Al suo fianco, la giornalista del Tg1 Maria Soave, 49, già alla guida di Unomattina Estate.

Michele Guardì, il padre padrone dei «Fatti vostri» e di tanti altri programmi, come l’ha presa?
«Bene. Ci siamo parlati, ha capito che certi amori nel mio caso quello per il giornalismo — fanno giri immensi e poi ritornano. Mi ha dato la sua benedizione. Con lui finisce la collaborazione, non l’amicizia: mi considera il suo figlioccio».

A che ora si sveglierà?
«Sono ansioso, quindi — per essere in studio alle 6.30 — metterò la sveglia alle quattro. Di buono c’è che a quell’ora troverò la via Flaminia sgombra. Che faticaccia… Anche questa è una nuova sfida».

E come ci arriva a questo appuntamento?
«Da solo, senza dritte. Non dimentico dove sono nato e cresciuto piazza Vittorio a Roma, papà operaio e mamma portinaia — e il fatto di essere stato un outsider, anche se oggi si dice underdog. Sono contento così, anche se avrei potuto raccogliere di più».

Cosa ha scontato?
«Sono così poco diplomatico da sfiorare l’autolesionismo. Un po’ ho limato, lavorando con Guardì mi sono democristianizzato anch’io, però se uno nasce tondo non può diventare quadrato».

Ha accettato questo impegno mattutino per fare anche altro?
«Del mio contratto se ne occupa Lucio Presta, il mio agente. A me piacerebbe fare radio. Le prime esperienze in Rai le ho fatte in via Asiago 10, quindi sarebbe bello tornare lì e chiudere il cerchio».

Ha già progetto, tempi e tutto il resto?
«Certo, ma non dipende da me. Negli ultimi tempi sono tornato a condurre nella radio privata dove iniziai più di 40 anni fa, Rtr 99, che all’epoca si chiamava Radio Jolly Stereo, dove iniziò anche Jovanotti, un’emittente macroregionale che oggi dà lavoro a tanti ex dipendenti Rai. Devo dire che ancora me la gioco. Comunque, per ora Unomattina News basta e avanza. In fondo, i programmi storici della Rai li ho fatti tutti. Qualcuno con più soddisfazione, altri con meno».

Il peggiore?
«La vita in diretta su Rai1, il peggior capitolo della mia carriera. Troppa cronaca nera, troppa morbosità. Quella roba non fa per me, tant’è vero che da allora non l’ho mai più rivisto. La tv italiana sembra un mattinale della questura».

Per colpa degli ascolti, giusto?
«Certo. Però mi domando fino a che punto è lecito parlare in quel modo di cronaca nera in tv. Quante coltellate, quanti colpi di mattarello, quante forbiciate… Si rischia di inquinare un’intera società, non vale tutto per fare ascolti».

Quindi come tratterà la cronaca nera a «Unomattina News»?
«Di sicuro senza insistere sugli effettacci. Oggi in certi programmi tv non si capisce più cos’è il male e cos’è il bene, quando invece dovrebbe essere molto chiaro».

In tv cosa guarda?
«Le novità, le news del Tg1. Home e Garden Tv sul Canale 56 e Motor Trend sul 59. Adoro le auto».

Fa sempre l’esamino di coscienza ogni sera, come le diceva suo padre?
«Sì. E ho la coscienza a posto».

La sua collega Monica Setta conduce di tutto e di più, da «Safety Love 2025» a «Mattina in famiglia», «Storie al bivio» etc: a lei cosa manca per fare lo stesso?
«Bisognerebbe chiederlo a lei. Io non sono un uomo di mondo, sono uno che fuori da uno studio tv pensa che ci sia una vita irrinunciabile. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace e fra di noi c’è chi lo vive in maniera totalizzante e chi come me con un po’ di disincanto».

Pensa mai a quando lascerà ?
«Certo. E vorrei avere la fortuna di allontanarmi dalla telecamera un attimo prima che la telecamera si allontani da me. Diciamo che qualche annetto ancora penso di farlo».

Mediaset, azienda in cui ha già lavorato, di recente si è fatta viva?
«No. Nessuno mi ha cercato».

In Rai il dirigente lo farebbe?
«Credo che mi cadrebbero i capelli. Detto questo, non so quale folle potrebbe chiedermi una cosa del genere, ma se dovesse farlo risponderei: parliamone. Amo questa azienda e per me è importante restituire un po’ della fortuna che ho avuto».

E quando su Rai2 vede gare di rutti, come nello show «Facci ridere» di Pino Insegno, che ne pensa?
«Non l’ho vista quella scena però me l»hanno raccontata in tanti. Forse un pochino più di sensibilità ci voleva, anche se francamente non me la sento di giudicare un collega. Magari c’è stato un buco in scaletta all’ultimo momento e non sapevano come fare, tutto può essere. Diciamo che sarebbe andata peggio con le flatulenze».

Aiuto… Il suo errore imperdonabile qual è stato?
«A Los Angeles nel 2001 venni avvicinato per strada da un talent scout di un’importante agenzia di attori, la William Morris, che mi invitò il giorno dopo nella loro sede di Hollywood Boulevard per un provino. Andai, volevano farmi firmare dei moduli, io provai a dire che in Italia avevo già un lavoro ed ero noto… Alla fine, dopo ore di attesa, me ne andai. Mi presero per matto».

Finì così?
«Sì. E poi, anni dopo, ne feci anche un’altra: dissi di no a Fausto Brizzi, che mi voleva nel cast del suo Notte prima degli esami. Avrei dovuto interpretare Ottavio, il fidanzato della ex-moglie di Antonio Martinelli, il prof interpretato da Giorgio Faletti. Una persona a me molto vicina, mi disse: «Il pubblico ti ama, perché fare il ruolo di uno stronzo?». E rifiutai. Chissà cosa sarebbe successo se queste due sliding doors le avessi percorse in maniera diversa».

In Italia di fiction però ne ha fatte: perché ha lasciato stare?
«Una dirigente Rai mi disse «scegli: o fai l’attore o il conduttore». Io risposi che in Fininvest non esisteva questa divisione, ma poi mollai».

Il momento più sorprendente?
«Sono romano, sono un giornalista, il cinismo un po’ me lo porto dentro, però forse mi impressionò intervistare Gianni Agnelli al Salone dell’auto di Torino di tanti anni fa. Lavoravo a Telemontecarlo e siccome ricordo bene le mie origini, cioè il portierato di piazza Vittorio, quell’incontro mi disse che potevo farcela».

Come si sta da sessantenne?
«La mattina quando mi sveglio e vedo che è tutto a posto, dico meno male. La salute è la cosa più importante. L’ho capito anni fa, quando stressatissimo dalle mie vicende private (la guerra legale per il divorzio e l’affidamento di suo figlio Daniele, ndr) — ebbi un attacco di panico in aereo. Non sapevo cosa fosse, mi mancava l’aria e reagii strappandomi i vestiti. Sembravo l’incredibile Hulk».

È vero che ha presentato una proposta di legge a un senatore di Fratelli d’Italia?
«Sì. Paolo Marcheschi. In pratica, sono per la defiscalizzazione del mantenimento per i figli al pari degli alimenti dell’ex coniuge. Legare quella cifra alle reali esigenze del figlio e non al tenore di vita in costanza del matrimonio. Fissare un tetto alla cifra da dare che non superi con l’Istat lo stipendio medio italiano che è di circa 1.700 euro mensili. So di cosa parlo perché ho sentito di tutto: è assurdo che un padre separato non possa rifarsi una vita perché deve solo pagare. Il senatore si è detto interessato».

Com’è la sua situazione?
«Chiedo scusa, ma delle mie vicende ho parlato fin troppo».

Vota Fratelli d’Italia?
«Io sono un personaggio pubblico, non dico chi voto».

È vero che lei e Marta Flavi avete in mente di fare un programma per aiutare uomini e donne, da 60 anni in su, a trovare l’amore?
«Sì, ma adesso che l’ho detto lo farà di sicuro qualcun altro».

E lei?
«Io non cerco l’amore. Non mi interessa».

Quindi conta solo su Tinder?
«Per carità. Maniaco dell’igiene come sono, mai e poi mai».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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