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niente dimissioni, vertice con i partiti


Dal 7 maggio Giovanni Toti è ai domiciliari con l’accusa di corruzione e voto di scambio, il gip ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare ma il governatore della Liguria, al momento sospeso, contrattacca e prepara il suo ritorno in politica.

Tra oggi e domani il suo legale, l’avvocato Stefano Savi, presenterà alla Procura di Genova istanza per chiedere una serie di incontri con diverse personalità politiche «per un doveroso confronto e aggiornamento sulla situazione attuale, ma tra i temi sul tavolo non ci sono le dimissioni».

Toti resta ai domiciliari, rigettata l’istanza di revoca. Il gip: «Rischio inquinamento delle prove»

La priorità è fare il punto con la sua maggioranza a livello regionale, poi con i vertici dei partiti che la sostengono. La lista di Toti «è il primo gruppo per forza numerica del Consiglio regionale — sottolinea Savi — Inoltre chiederemo di poter avere un confronto con i leader regionali dei partiti della coalizione e con il Gruppo parlamentare di riferimento a livello nazionale. Potranno seguire, a stretto giro, ulteriori richieste di incontri con ulteriori personalità politiche. Ricordiamo che Toti, oltre alla funzione istituzionale di presidente di Regione, riveste il ruolo di leader di una forza regionale assolutamente indispensabile per le scelte politiche del prossimo futuro».

LE DECISIONI

Le dimissioni, mette fin da subito in chiaro il legale, «non sono l’oggetto degli incontri, indispensabili a un primo confronto circa le politiche regionali ad ampio spettro che il consiglio, e specificamente la maggioranza, dovrà portare avanti in attesa del ritorno alla piena agibilità politica del presidente Toti». È proprio la scelta di restare nel proprio ruolo di presidente che ha indotto il gip Paola Faggioni a confermare la misura cautelare tre giorni fa. Finché rimane governatore della Liguria, scrive il giudice nell’ordinanza, sussiste il pericolo «concreto e attuale» che commetta reati dello stesso tipo, anche perché dalle indagini «traspare in modo evidente la sistematicità del meccanismo corruttivo, reiterato in un notevole arco temporale». E permane anche il rischio di inquinamento probatorio, che «si profila in modo particolarmente elevato ove l’indagato riprenda l’esercizio delle funzioni svolte». L’ipotesi di reiterazione del reato riguarderebbe «le prossime competizioni elettorali regionali del 2025, per le quali aveva già iniziato la relativa raccolta di fondi» con una cena elettorale organizzata a Villa Zerbino il 14 aprile scorso, tre settimane prima degli arresti. Un pericolo reale, secondo il gip, se si considera che «continua tutt’ora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti». Tesi respinta dalla difesa che prepara il ricorso ai giudici del Riesame, ma i tempi dell’udienza non saranno brevi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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