Lucrezia Lante Della Rovere cambia ruolo. «Basta con le donne attraversate da mille problemi, mamme angosciante, mogli depresse. Non ne potevo più». L’attrice che apre il Festival di Todi sabato, in prima nazionale con Non si fa così di Audrey Schebat si racconta a Il Secolo XIX. «Questo è il ruolo più divertente della mia vita. Per come è trattato il tema delle relazioni, per come viene affrontata la crisi d’identità personale e di coppia…».
E parlando di crisi d’identità non nasconde che «sono stata in analisi da ragazzina.
Quando sono nate le mie figlie ero giovanissima e non sapevo che cosa fare. Non sapevo con chi parlarne. Le mie amiche non facevano figli, andavano in discoteca mentre io allattavo. Infatti ho scelto un’analista che si occupava di ragazzini, come ero io, piena di dubbi».
Una ragazza madre senza l’aiuto di sua madre Marina? «Con mia madre abbiamo avuto un rapporto complesso e spesso conflittuale, anche lei mi ha avuta giovanissima, c’erano spesso liti, lei mi accusava di non saper gestire i miei amori». E in parte «aveva ragione», conclude a Il Secolo XIX.
Da sette anni ora si dichiara felicemente single. «Ho una vita piena di affetti, non lo so ma non vedo spazio per altro. Un uomo mi dovrebbe entrare in casa a gomitate. Ho altre priorità. Da giovani si inseguono gli amori, li sopravvaluti, vedi cuori anche in faccia al primo che passa. Poi basta. Lei vede come vivo. Sono al mare allo stato naturale, con i miei nipoti e con i miei cani, sono una nonna apprensiva ma allegra che gioca molto con loro». Poi ancora: «Le mie figlie mi vengono a trovare e da qui partono e poi tornano. Veramente non voglio avere altro, sono felice così. Almeno per ora, poi nel futuro può accadere di tutto…».
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