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mentalità e forza (ma ora c’è la bestia nera Medvedev)


Ormai sembra scontato vederlo vincere, eppure di scontato c’è ben poco nei successi di Jannik Sinner che sta normalizzando qualcosa di estremamente difficile come la vittoria. L’azzurro, che nella notte si è sbarazzato anche di Tommy Paul senza concedere neppure un set, sta dimostrando una forza mentale fuori dal comune agli US Open, a pochi giorni dal caso doping che lo ha investito di una pressione mediatica non prevista. 

Jannik Sinner quando gioca? Orario e dove vedere in tv-streaming la sfida con Medvedev (quasi una finale anticipata)

Dalla rinuncia alle Olimpiadi al caso doping: la reazione da campione di Sinner

Gli ultimi mesi per Jannik erano già stati complicati, soprattutto dal punto di vista fisico. L’infortunio all’anca che lo ha costretto a saltare un torneo importante come gli Internazionali d’Italia a Roma, la tonsillite che lo ha messo fuori gioco per le Olimpiadi di Parigi.

Due rinuncie certamente difficili da accettare per un atleta come lui, voglioso di dare il massimo in ogni torneo. Senza contare i successi del suo amico e rivale sportivo Carlos Alcaraz che ha trionfato sia al Roland Garros che a Wimbledon. L’azzurro è riuscito comunque a mantenere la prima posizione in classifica nel ranking Atp, grazie anche alla vittoria a Cincinnati (15esimo trofeo in carriera).

 Il 20 agosto è poi venuta fuori la positività di Sinner ad una sostanza chiamata Clostebol, steroide anabolizzante proibito dall’agenzia mondiale antidoping. Una positività che risaliva al periodo del torneo Indian Wells e che ha, di fatto, investito Jannik di un clamore mediatico difficile da gestire. L’altoatesino ha spiegato di essere stato involontariamente contaminato dal suo fisioterapista (licenziato poco dopo) che in quei giorni si stava curando un taglio alla mano e che aveva poi massaggiato Jannik senza indossare i guanti. Assodata l’innocenza del tennista italiano, si è optato per una detrazione dei punti guadagnati a Indian Wells. 

La questione ha comunque fatto il giro del mondo, costringendo Jannik a gestire qualcosa di più grande di lui. Era difficile prevedere come avrebbe reagito sul campo. La risposta è arrivata forte e chiara agli US Open dove l’azzurro ha raggiunto i quarti di finale. Non è tanto il risultato ottenuto a stupire, quanto la tranquillità con cui è arrivato. Sinner ha battutto tutti gli avversari con grande facilità, senza dare mai la sensazione di essere in difficoltà. In una situazione dove sarebbe stato molto semplice cadere al primo ostacolo, Jannik ha dimostrato di essere un fenomeno a livello mentale prima che tennistico. Ha concesso un set solo a Mc Donald nel primo turno, sbarazzandosi agevolmente di Michelsen e O’Connel senza concedere neppure un set. 3-0 anche contro Paul, nonostante i due set vinti al tie-break e una qualità di colpi difficili da commentare, di rara bellezza. 

La «bestia nera» Medvedev

Questa forza mentale messa in mostra fino ad ora nel Grande Slam americano, servirà più che mai contro Daniil Medvedev, bestia nera di Jannik, soprattutto sul cemento. I due si sono affrontati 12 volte in carriera e il russo è in vantaggio 7-5. Ben 3 di queste partite sono andate in scena nel 2024: quella che tutti ricordiamo è la finale degli Australian Open che ha regalato a Sinner il primo Grande Slam della sua carriera. Medvedev ha poi vinto ai quarti di Wimbledon e precedentemente al Masters 1000 di Miami dove ha avuto la meglio l’azzurro. 

I numeri ci dicono che sarà un quarto di finale, quello degli US Open, estremamente equilibrato. Sul cemento, però, Medvedev è forse l’unico di quelli rimasti (Alcaraz e Djokovic eliminati) a poter avere la meglio su Jannik. L’attuale n.1 del mondo ha tutte le carte in regola per vincere il suo secondo Slam in carriera; sul cemento è pienamento a suo agio e sembra non avere rivali in questo momento, ma Medvedev ha dimostrato di poter essere un avversario estremamente complesso. I precedenti danno ragione al russo, se pur Jannik abbia vinto 5 volte. Non ci resta che aspettare domani, giovedì 4 settembre, quando il campo darà il suo verdetto. Con questa forza, però, Jannik non ha nulla da temere. 

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