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Matteo Renzi e Emma Bonino, fare grande il Centro per sedersi al tavolo del “nuovo” campo largo


Renzi sta giocando le primarie interne al centro: io contro Calenda, Calenda contro di me. Non fa che attribuire al rivale la colpa di non aver voluto un cartello unitario, riferito a Renew Europe e al macronismo internazionale, che sarebbe stata la grande occasione per una spinta iper-riformista al sistema italiano e a quello europeo. Ma è andata come è andata. Adesso c’è la coppia Renzi-Bonino, i sondaggi la danno un tantino sopra le liste di Calenda ma questo si vedrà stanotte, e comunque la strana coppia Matteo-Emma cerca il quorum del 4 per cento per poi giocarsi il posto d’onore al tavolo al tavolo della futura alleanza di centrosinistra. Sapendo comunque entrambi che Più Europa, pezzo forte di questa lista di scopo, sarà comunque della partita del prossimo centrosinistra con o senza Renzi. Il quale in queste Europee è l’unico leader, e potrebbe risultargli come vantaggio, che nel caso di quorum andrà veramente a fare l’europarlamentare. E ha un’altra particolarità il leader di Italia Viva.

Dipendono da lui le elezioni di Firenze. Ovvero, la candidata del Pd a succedere al sindaco Nardella — Sara Funaro — sarà costretta probabilmente ad andare al ballottaggio nelle Comunali di queste ore contro Eike Schmidt, l’ex direttore degli Uffizi, lo «straniero» supportato dalla destra nella città dove la sinistra è sottosopra e in cui Renzi è decisivo. Se i voti renziani convergeranno sulla candidata dem il Nazareno potrà vincere. Sennò, sarà molto dura e per la prima volta Firenze passerà a destra. Renzi è il padrone di questa festa. Nella festa d’Europa lui si è buttato anima e corpo, senza pensare troppo ai vecchi allori (il 40 per cento dieci anni fa). L’occhio degli osservatori tra stanotte e domani cadrà pure sul dato delle preferenze per Renzi, che alla fine ha voluto candidarsi, anche all’ultimo posto, quasi a voler mostrare un’umiltà che nessuno voleva riconoscergli. L’altro segno distintivo di Matteo è l’indicazione di Draghi alla presidenza della Commissione Ue. Una possibilità molto remota, e quasi da escludere. Ma come si sa, Renzi è quello delle partite difficili. Innanzitutto quelle che lo riguardano direttamente.

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