FROSINONE Un lampo finale di Guendouzi dal dischetto riaccende la Lazio, al buio dopo dodici giorni di ritiro. I biancocelesti si aggiudicano sul gong il “Memorial Criscitiello”, battono l’Avellino 1-0 con un rigore conquistato al 91’ da Noslin e trasformato dal centrocampista francese un minuto dopo. Ma c’è ancora tanto, troppo da fare, affinché Mau possa trovare la sua vera Lazio. Lavori in corso: mancano linee e ritmo, qualità e gol. E vanno ricercati in casa, senza un aiuto dal mercato. Il 4-3-3 non è collaudato. Ha ragione, il tecnico, impossibile proiettarsi adesso su altri moduli (4-3-2-1 o 4-3-1-2), a meno che non servano a favorire le caratteristiche di questo organico. Difficile dirlo dopo ieri sera allo Stirpe, dopo una prestazione sotto tono, dovuta forse anche ai pesanti carichi di lavoro a Formello. Ne capiremo di più, dopo il prossimo viaggio in Turchia e le amichevoli contro Fenerbahce e Galatasaray a Istanbul.
LE INDICAZIONI — Intantol’annunciata alternanza dei portieri si comincia a intravedere nel secondo test estivo: stavolta parte Mandas dal 1′, Provedel entra nel secondo tempo. Davanti al portierino greco, inizialmente i terzini Hysaj e Tavares, ancora Gila e Provstgaard al centro, con Patric di nuovo ai box (problema alla coscia) e nemmeno convocato insieme a Gigot (mal di schiena), Isaksen (isolato a casa con la mononucleosi) e Dia (botta alla caviglia nella prima amichevole a Formello). Nuove prove a centrocampo con il trio composto da Vecino, Rovella (battitore dei calci d’angolo) e Dele-Bashiru: il nigeriano rompe spesso la linea allungando la squadra e scoprendo il reparto, e non va mai a cercarsi lo spazio per ricevere il passaggio. Sarri è imbufalito, lo richiama di continuo, insieme alla catena di destra con il baricentro troppo basso. Tornano Zaccagni e Pedro, rispettivamente capitano e vice, in attesa di un responso definitivo sulla fascia da parte dello spogliatoio. Prima uscita per Mattia, ancora in fase di recupero e troppo timido dopo l’intervento di fine giugno. Castellanos si muove tanto, viene servito poco, ma fa centro al primo cross di Vecino: gol di testa annullato dall’arbitro Perri per una spinta inesistente su Cancellotti, in fase di stacco. In difesa Hysaj e Gila sono troppo vicini e intralciano la costruzione dal basso. Mau li rimprovera, ma l’Avellino prende coraggio e si affaccia davanti con due corner su cui Mandas è un po’ incerto. La Lazio cerca di ritrovare il possesso, ma il palleggio è lento e strozzato, forse anche condizionato dalla condizione e dal caldo. Brutta una punizione di Zaccagni, un piattone dalla distanza di Gila scartavetra invece l’incrocio.
LA CONTESTAZIONE — Finisce il primo tempo e Sarri cambia quasi tutti, tranne Vecino, Pedro e Castellanos: entra Provedel fra i pali, Lazzari, Marusic, Romagnoli e Pellegrini dietro; Cataldi (nuovo capitano) e Guendouzi in mediana, Cancellieri è la novità sull’esterno destro. Su un gran cross a giro di Pellegrini, Vecino si divora tutto solo il vantaggio con una capocciata, che non inquadra lo specchio. Provedel è reattivo con i pugni su una punizione velenosa di Palumbo. Entrano Belayane al posto di Vecino, Basic rivela Pedro e Noslin Castellanos. Buono un assolo improvviso di Lazzari, ma il tiro finisce sul fondo. Mancano le reti, per poco Lescano non ne tira fuori una dal cilindro. I biancocelesti sono invece sterili, spenti, non hanno un guizzo. Lo trova sul finale Noslin, falciato Frascatore, per rialzare il morale dei tantissimi laziali sugli spalti per il primo appuntamento aperto al pubblico. Sarri li saluta da lontano, serve assolutamente il loro aiuto. La strada è in salita, bisogna stringersi intorno questo gruppo. Viene tenuto fuori Lotito, contestato allo Stirpe già dal riscaldamento. Ieri mattina, anche l’ennesimo striscione davanti a Villa San Sebastiano: «Libera la Lazio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ogni giorno le notizie della tua squadra del cuore
Iscriviti e ricevi le notizie via email